UEL, verso Feyenoord-Roma. De Rossi: “Voglio vedere intensità e cuore”

Nella foto: Daniele De Rossi (foto Gino Mancini)

Massimo Ciccognani

ROTTERDAM La Roma torna sul luogo del delitto, al De Kuip di Rotterdam, contro l’avversario che l’ha fatta sorridere nelle ultime due stagioni, il Feyenoord. La vittoria della Conference a Tirana e la qualificazioni alle semifinali dello scorso anno. Storia nuova perché domani sera sulla panchina della Roma, c’è uno che in Europa ha scritto belle pagine, come Daniele De Rossi, che torna dopo nove anni ad affrontare il Feyenoord, stavolta in veste di allenatore. Il fascino della prima volta in Europa. “Sono contento di esordire in Europa – apre la conferenza De Rossi -. Non era molto preventivabile fino a poco tempo fa. Il 14 febbraio è il compleanno di mia figlia, un anno fa ero alla sua festa perché ero stato appena esonerato. Mi dispiace non essere lì con Olivia. Devo però essere grato. Sono contento, soddisfatto e devo approfittarne. L’atmosfera? Da quella partita che ho giocato io, ci sono state altre sfide con il Feyenoord, anche importanti. Come sarà domani. L’atmosfera sarà importante, ma poi c’è il campo e dobbiamo essere concentrati domani”. 

Già, l’Europa, e il pensiero di De Rossi vola al momento più bello. “Ne abbiamo vissute tante belle, tante negative, perché non abbiamo mai vinto un trofeo. Ci siamo sempre ricompattati. Ricordo qualche 7-1, siamo usciti dallo stadio a pezzi, ma poi ci siamo uniti. La vita di un calciatore è anche questo, ricompattarsi, riportare i tifosi dalla propria parte dopo partite difficili. Se devo scegliere una partita recente, penso il 3-0 al Barcellona. È stata una notte assurda, speciale, per l’avversario e per l’atmosfera incredibile all’Olimpico. Poi ce ne sono tante, magari vittorie meno eclatanti ma che ci hanno consolidato tra le migliori otto di Europa. Dobbiamo tornare a quel livello là”. 

Da Mourinho a De Rossi, l’attuale tecnico della Roma mostra rispetto per il passato giallorosso. “Non posso dire quanto sia differente da Mourinho. Ogni allenatore porta qualcosa di suo. Io ho studiato parecchio la Roma di Mourinho per sapere dove mettere le mani e poi l’ho sempre seguito. Con Mourinho la Roma ha ottenuto ottimi risultati in Europa, dobbiamo prendere esempio da quel percorso. Poi ogni allenatore ha le sue idee, le sue preferenze e mette qualcosa di diverso”. 

Passaggio obbligato su Pellegrini, che De Rossi esalta per il suo modo di essere. “Io valuto quello che ho visto da quando sono arrivato, penso sia più corretto. Sia come essere umano, come guida per i compagni, sia per quello che avete visto in campo, non potrei più essere contento di Pellegrini. Continua a migliorare, ogni partita e ogni allenamento fa qualcosa in più. Sintomo che capisce quello che chiedo, come tutti. Io non posso far altro che ringraziare tutti. Il percorso ero comodo, bello e morbido se fossimo stati all’8 luglio perché fai le amichevoli contro i boscaioli e il risultato va in secondo piano. Qui invece i risultati contano subito, è sempre tanto importante. Voi parlate di giochisti e risultatisti, fa ridere perché i risultati contano per tutti gli allenatori”.

Davanti ai giallorossi un Feyenoord che contro la Roma in passato se l’è sempre giocata con autorevolezza. “L’ho studiato nelle ultime settimane. È una squadra che mi ha impressionato. Ha gamba e qualità. Ho grande rispetto per tutti i loro giocatori. Nelle sfide precedenti c’è sempre stato grande equilibrio, anche se ha vinto sempre la Roma, quindi mi aspetto una partita simile. Gimenez? Lui è molto forte, ma se non dovesse giocare ci sarà il suo sostituto. Siamo preparati”.

Anche sul possibile turnover in campionato, idee chiare e rispetto. “Qualche cambio sarà fatto, non solo per la partita di Frosinone. Io ho fiducia in tutta la rosa. Non mi piace però fare 10-11 cambi a Frosinone, perché snatura l’ossatura della squadra e metti in difficoltà quegli 11 giocatori che magari non hanno mai giocato insieme, non li metterei nella miglior condizione. Se dobbiamo cambiare, cambiamo. Ma non ci saranno mai 11 giocatori che entrano e 11 che escono, a meno che non sia un’amichevole tipo quella in Arabia”. 

Sulla formazione, regala poco. E al dilemma su chi giocherà a sinistra tra Angeliño e Spinazzola, rimanda tutto a prima del match. “La scelta verrà fatta in base a mille cose. Spina e sta bene. Io amo quanto sono diversi. Amo avere due terzini così diversi: uno è mancino uno è destro, hanno stazza diversa. Avere giocatori nella stessa posizione ma con caratteristiche diverse, per me è un vantaggio, perché ogni partita è diversa. Sono entrambi molto forti. La decisione non dipende solo dalla condizione fisica. Vorrei farli giocare tutti e due più spesso, anche se è difficile. Cristante? “Sta bene. Ha avuto qualche problema alla schiena, ma è con noi e può giocare”. 

L’ultima, è sulla mancanza della sua gente, i romanisti ai quali è stata vietata la trasferta, come avverrrà al ritorno per gli olandesi. “È brutto, è un peccato. Non verranno neanche gli olandesi a Roma ed è un peccato. Ci sono state tante dimostrazioni di come si può accompagna la squadra in giro per il mondo e in Europa con l’amore. È brutto, è un peccato e cercheremo di portare il risultato a casa anche per loro”.

Il portiere giallorosso Mile Svilar (Foto Gino Mancini)

Accanto al tecnico in conferenza, anche il portiere Svilar che quest’anno finora ha raddoppiato le presenze rispetto allo scorso anno. “Io penso solo a domani, non ho pensato alle 8 partite giocate o a quelle dell’anno scorso. Sto facendo bene quest’anno e spero di fare ancora bene e di fare una grande partita domani. Il passaggio tra Mourinho e De Rossi ha cambiato qualcosa, ma ogni allenatore ha le sue idee, il mister ha le sue. Sì, è cambiato un po’, c’è più costruzione dal basso e il portiere ora sta più alto, ma alla fine si gioca 11 contro 11…”.

Finisce qui la vigilia romanista, Il resto, lo scopriremo domani al De Kuip. Calcio d’inizio di Feyenoord-Roma, alle ore 18.45.

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