Domani Roma-Udinese. Mourinho: “Con questi tifosi, dobbiamo fare di più”

Nella foto: José Mourinho (Foto Gino Mancini)

Ritorna il campionato anche per la Roma che riparte dopo la posta forte del pari nel derby. Domani all’Olimpico c’è l’Udinese in forte crescita, con Mourinho che ritrova il suo capitano Lorenzo Pellegrini. “Dovrà essere importante la qualità del nostro possesso palla e dovremo essere attenti alle loro ripartenze visto che hanno un’intensità alta. Siamo una squadra che tiene più la palla rispetto a prima. Pellegrini è sempre importante per noi, ma guardo l’Udinese e penso alle difficoltà che avremo. Hanno tutto, la classifica di inizio campionato non rispecchiava le loro potenzialità. Possono farci male su palla inattiva, sanno tirare da lontano. Partita davvero difficile per noi, conosciamo bene il loro gruppo, hanno esperienza anche come dirigenti. Hanno intelligenza, sono sempre l’Udinese anche se in estate a loro piace fare i soldini…”.

Per un recupero, quello del capitano, ancora incertezze su Smalling. “Sappiamo delle 52 partite saltate dagli infortunati in stagione, che però si concentra su 2-3 giocatori al massimo che hanno una storia clinica precisa come Renato Sanches, Pellegrini… I giocatori sono professionisti e fanno tutto per stare bene. Noi dello staff lavoriamo tanto insieme. Lavoriamo su tante variabili. Pensiamo che stiamo facendo il miglior lavoro per avere la situazione più positiva possibile. Smalling? L’infortunio c’è, altri hanno più capacità di sopportare il dolore. Smalling si tiene un pochino indietro, ma il suo infortunio è veramente difficile. È una grande frustrazione per me, ma dobbiamo avere pazienza. Nell’ultima settimana non ha fatto neanche un minuto fuori dal dipartimento medico, non esce fuori da tanto tempo. È in ritardo, ma per la prima settimana non ha sentito dolore: potrà andare in campo con lo staff medico. Non me lo aspetto nelle prossime 2-3 settimane. Prima del 2024? Ni, speriamo…”.

Mourinho sempre più legato alla squadra, meno alla proprietà. “Se c’è più empatia con i giocatori? Dipende. Con la squadra lavori ogni minuto, come in una famiglia. I giocatori sono più vicini all’allenatore.  La chiamo empatia funzionale, deriva dal lavoro diretto. Con la proprietà per me è diverso: io sono qui, la proprietà è là… Io sono pagato per non ‘creare problemi’ alla proprietà, si deve fidare di me. Non è solo il caso della famiglia Friedkin, le attività sono diversificate. L’ultima volta che ho parlato con i Friedkin è stato ieri: lavoriamo, lavoriamo. Ma non si è parlato di contratto”.

Poteva, la Roma, però fare di più. “Sono sicuro che possiamo dare di più. Non mi stanco mai di ripeterlo: con questo tipo di tifosi non bisogna mettersi limiti, ma dare sempre di più. Abbiamo avuto qualche performance negativa, però non è mai mancata la professionalità e il rispetto per la gente. Bisogna dare qualcosa di più. In casa di solito riusciamo a farlo, anche in estrema difficoltà. Ma in trasferta ci manca un po’ di mentalità che ho sempre avuto nella mia carriera, quella di godere l’antagonismo fuori casa. Ho avuto qualche squadra con cui lo preferivo insieme alle mie ‘gang di banditi’. Non penso che come squadra godiamo molto fuori casa”.

Su cosa vuole dal futuro, la chiosa finale. “Ho tanti difetti e qualche qualità, ma la gente vicina a me sa tutto ciò che penso. Solo così non mi risparmio parole, critiche e nemmeno complimenti. Sono un libro aperto sul lavoro”.

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