Marco Grande
Cuore, grinta, determinazione, voglia di esistere in questo avvio di campionato. Il Frosinone piazza il colpo, il primo ruggito del suo campionato di serie A. Se col Napoli s’è visto solo il gioco, oggi contro l’Atalanta, oltre al bel vedere, c’è stato anche il risultato. Allo Stirpe, il Frosinone fa lo sgambetto alla Dea (2-1) e si prende i primi tre punti della stagione. La decidono, nel primo parziale, le reti di Harroui e di Monterisi, per un risultato storico. Dopodiché, per i bergamaschi, il centro di Zapata nella ripresa, che serve solo a mantenere alta la soglia dell’attenzione. Con un gioco frizzante ed imprevedibile, i ciociari, gestiscono bene le energie in campo, contrastano lo strapotere fisico dei bergamaschi. Che, con rabbia e delusione, fanno un grosso passo indietro rispetto all’esordio di Reggio Emilia col Sassuolo. La sveglia suona tardi per i nerazzurri, costretti a rincorrere, per poi tornare a casa con un pugno di mosche.
Le scelte dei due tecnici
A cambiare rispetto alla prima, per Di Francesco, non è la pelle tattica della sua squadra, piuttosto qualche interprete. C’è il nuovo arrivato Cheddira nel suo 4-3-3, col tridente offensivo chiuso da Baez ed Harroui. Si tratta dell’esordio assoluto nella massima serie per l’ex Bari. Un debutto contro un avversario niente male. A centrocampo, esordio da titolare con la nuova maglia per l’ex Juve Barrenechea, affiancato dalle mezzali Gelli e capitan Mazzitelli. In difesa tutto invariato rispetto alla sfida con il Napoli: a Romagnoli, Monterisi, Oyono e Marchizza il compito di difendere i pali di Cerofolini, che rimpiazza lo squalificato Turati. Gasperini si affida al 3-4-1-2 con Zapata e Lookman in avanti, supportati da Koopmeiners sulla trequarti. Nel mezzo, spazio a De Roon ed Ederson, con Zappacosta e Ruggieri a spingere sulle fasce di competenza. I tre che difendono la porta di Musso, infine, sono il nuovo arrivo Kolasinac, insieme a Djimsiti e Scalvini. Partono ancora dalla panchina De Keteleare e Scamacca, proprio come Toloi, con quest’ultimo tutt’altro che al top della condizione.
Subito Frosinone
Non c’è tempo per distrarsi, soltanto per godersi lo spettacolo, perché la partita regala emozioni sin dall’inizio. Il Frosinone approccia proprio come contro il Napoli, con la disinvoltura e la spensieratezza di chi sta vivendo un sogno. A differenza di un’Atalanta piuttosto timida e a dir poco prevedibile, che deve dimostrare la conferma tra le grandi del calcio italiano. Baricentro alto, spavalderia, pressing sul portatore di palla e il premio per i ciociari non tarda ad arrivare. Il cronometro non segna nemmeno cinque minuti che il solito Harroui si veste da ladro: palla scippata dalla disponibilità di Lookman a centrocampo. Cavalcata indisturbata dell’ex Sassuolo, che ha tutto il tempo di arrivare all’ingresso dell’area e di indovinare l’angolino che beffa Musso. Uno a zero e Stirpe in apoteosi. Seconda rete in altrettante partite per Harroui, la vera e propria rivelazione di questo inizio campionato. I ciociari adesso prendono un po’ di tempo per respirare. Niente più pressing asfissiante come contro il Napoli, c’è da risparmiare energie perché questa volta nell’aria c’è l’odore del colpaccio. Il baricentro si abbassa leggermente, e questo significa concedere un minimo di occasioni all’Atalanta. Che infatti poco dopo ci prova prima con Zapata e poi con Zappacosta, ma senza pungere. Dopo aver rifiatato, però, c’è ancora modo di colpire. Calcio d’angolo dalla sinistra per i laziali, la palla rimane viva nel cuore dell’area, e a Monterisi basta davvero un tocco leggero per la rete del raddoppio. Clamoroso allo Stirpe: due a zero per il Frosinone e misto di estasi ed incredulità che domina la partita. I ragazzi di Di Francesco giocano con sapienza e diligenza, gestendo bene i momenti morti della partita. Cambia anche l’atteggiamento difensivo, con i quattro dietro molto più presenti ed abili a chiudere le iniziative provenienti dalle corsie. Come alla mezzora, quando un Monterisi da statua si immola, in area e con Cerofolini battuto, sul tentativo di Zappacosta, che prova a chiudere un’azione partita dalla sinistra. Cala il sipario su un primo tempo in cui non c’è storia: il Frosinone chiude col doppio vantaggio e con un gioco da interpretazione magistrale. Contro l’Atalanta, per giunta. Non proprio l’ultima ruota del carro.
La riapre Zapata
Gasperini capisce che bisogna cambiare più di qualcosa, altrimenti la rimonta potrebbe essere solo il sogno di una notte di fine estate. Ed ecco che, ad inizio ripresa, a farne le spese sono Zappacosta, rimpiazzato da Zortea, ed un deludentissimo Lookman, fuori per De Ketelaere. L’inizio della ripresa vede una Dea decisamente più propositiva, ma il Frosinone è vivo e chiude bene gli spazi. Almeno fino a ridosso dell’ora. L’Atalanta, infatti, dalla sua ha l’estro di chi, da un momento all’altro, la può cambiare. L’estro di Duvan Zapata, che dopo una prima ora di gioco nulla e con la testa forse alle voci di mercato, si ricorda che è in campo. Se lo ricorda anche Cerofolini, con l’estremo difensore trafitto dalla sassata dell’attaccante colombiano, abile a far fuori in area Monterisi e a concludere con un tiro potente per la rete che dimezza lo svantaggio. Ora è 2-1, l’inizio di un’altra sfida.
I ciociari resistono
Ora o mai più. Gasperini non può più aspettare: dentro Scamacca per Zapata e via alla missione pareggio. Sventato da un miracoloso Cerofolini che, a venti dalla fine, ipnotizza in area Scalvini, servito abilmente proprio dall’ex attaccante del West Ham. Ora è il momento del tour de force, l’Atalanta è a trazione anteriore con Muriel che rimpiazza Djimsiti. Un’ulteriore mossa per sventare la disfatta. L’atteggiamento propositivo del Frosinone si vede anche durante la sofferenza, coi ciociari che, quando possono, si affacciano in avanti per rifiatare. E per provare ad addormentare la Dea. Che però è piuttosto sveglia ed attiva, soprattutto con i nuovi entrati. De Ketelaere ci prova da fuori ad un quarto d’ora dalla fine, ma trova un attento Cerofolini. I minuti passano, ma c’è ancora il tempo per l’arrembaggio da un lato, e per la sofferenza dall’altro. Scamacca di testa prova a cambiare l’esito del match, ma è alto il suo tentativo, poi è il subentrato Szyminski a metterci il corpo sul tentativo di Koopmeiners, in area. Sette di recupero. Sembrano interminabili, l’Atalanta prosegue l’assedio con un pressing costante e senza tregua ma alla fine la spunta il Frosinone, che la chiude in attacco con Garritano, che per poco cala il tris. Arriva il triplice fischio. Al Frosinone i primi tre punti stagionali, arrivati prima di tutto con la testa, e poi con il cuore e le gambe. A dimostrazione che, al di là della paura, si possono compiere grandi imprese. Bocciata all’esame continuità l’Atalanta, che se vuole dimostrare di poter stazionare tra le grandi deve comportarsi da grande. Contro tutti.