Un’altra settimana sotto le luci dei riflettori per Gian Piero Gasperini, sempre alle prese con il caso Gomez. Il tecnico tira dritto e pensiero solo alla Juve. “Hanno cambiato l’allenatore, ha aggiunto nuovi giocatori. A me piace il percorso che sta facendo Pirlo, intendo come squadra. Ha perso Pjanic, ma hanno aggiunto altri giocatori come Athur e McKennie. Era una squadra già molto forte, ultimamente ha vinto un derby, col Genova e con il Barcellona. Forse sarebbe stata meglio incontrarla prima. È arrivata prima nel girone di Champions League. Per noi è una gara importante. Negli anni siamo cresciuti, le prime partite giocate a Torino erano diverse. Questo è un bel tema: contro una Juve forte sarà importante avere il giusto atteggiamento”.
Sul Real, un solo rammarico. “Sincero? Che peccato non giocare al Bernabeu. Il prestigio di andare a giocare in questo stadio, come è successo a Liverpool o Amsterdam. Siamo calcando terreni di stadi prestigiosi in tutta Europa. Il Real da solo è per noi un motivo di grande prestigio, ma anche portare il Real a Bergamo”.
Sul caso Gomez. “Abbiamo vinto ad Amsterdam e abbiamo pescato il Real Madrid. Non credo ci siano state amichevoli – parliamo della squadra più titolata -, domani giochiamo con la Juventus. È tanta roba. Allora dobbiamo parlare anche di Gollini o Zapata, ma anche per rispetto per gli altri giocatori. Voi parlate finché volete, io devo pensare a questa roba. C’è il Real, la Juve, poi la Roma domenica. Io ho questo fuoco qui, devo trovare la miglior soluzione per queste partite. Se sarà convocato? Da parte mia non cambia nulla. Se non ci sono altri tipi di problemi…”.
L’Atalanta non vince a Torino da 30 anni. “Siamo in buona compagnia, ce ne sono anche altre. Come tutte le squadre ha perso anche delle partite, noi andiamo con la fiducia di poter fare la nostra gara. Non c’è molta differenza giocare con la Juve o col Real. Rispetto al passato l’unica differenza è che si gioca senza pubblico, ed è un’altra cosa, si perde tantissimo. Cerchiamo di adattarci, speriamo che possa cambiare. La componente del pubblico, nel calcio, è fondamentale. Le partite vivono su emozioni diverse, è un altro calcio, non c’è dubbio”.