“Che ansia la quarantena”

Nella foto: il presidente Gabriele Gravina

Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina si confessa e sorride per la ripresa del calcio. Ma non nasconde qualche paura

Sull’isolamento pronti a mandare una nuova proposta. Stadi riaperti? E’ presto, ma la nostra speranza è quella. Me lo auguro di cuore

Due mesi e passa difficile, anche troppo. Eppure, Gabriele Gravina non ha mai perso la speranza di vedere il suo pallone tornare a rotolare. La forza di un uomo dai nervi distesi, che ha resistito alle intemperie umorali di chi voleva vedere il calcio sfiorire. Difficoltà tante, eppure, è rimasto fedele al suo credo. E ha vinto. “Qual è stato il momento più difficile in questo periodo? Ce ne sono stati diversi, ma quello più significativo è stato il giorno in cui è arrivata la comunicazione dello stop al campionato francese”. Gravina non fa giri di parole e si confessa a tutto tondo ai microfoni di ‘Tutti Convocati’ su Radio 24. “Il fatto che, all’interno del panorama europeo, una delle ‘big five’ sia venuta meno meno mentre gli altri Paesi stavano ancora decidendo – ha spiegato il numero uno del calcio italiano – ha creato un problema, ma abbiamo mantenuto la barra dritta e il risultato è stato importante per tutti”. Il numero uno della Federcalcio esamina le proposte dell’Assocalciatori, in particolare la questione taglio stipendi e l’orario delle gare, a pochi giorni dalla presumibile ripartenza del campionato. “Alcune richieste avanzate dai calciatori sono legittime, altre un po’ meno. I giocatori sono una componente fondamentale del mondo del calcio, ma sanno benissimo che dall’emergenza si esce solamente se restiamo tutti uniti: questo non significa portare a casa il miglior risultato, ma avere la responsabilità e la maturità di fare qualche piccola rinuncia”. Il numero uno della Federcalcio ha anche annunciato di voler mandare “una nuova proposta sulla misura dell’isolamento di tutta la squadra in caso di nuovo contagio: speriamo possa trovare spazio una rivisitazione della norma che potrebbe rivelarsi dannosa e oggi crea grande ansia e preoccupazione nel movimento”. Infine, sulla possibilità degli stadi almeno parzialmente aperti dal mese di luglio ha concluso:”E’ un auspicio, oggi è prematuro parlarne, ma me lo auguro di cuore”.

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