SuperCup Uefa. Rigorosamente Liverpool: il Chelsea si arrende solo dal dischetto

E’ rosso il cielo sopra il Bosforo. Il Liverpool vince a Istanbul la Supercoppa Europea, ma solo ai calci di rigore. Decide dal dischetto l’errore di Abraham e la Coppa è di Klopp. Regolarmentari chiusi sull’1-1, 2-2 al termine dei supplementari. Primo tempo di marca Chelsea: Giroud porta avanti i Blues. Firmino cambia il Liverpool nella ripresa e Manè trova il pari, ma la partita non si schioda. Nell’overtime ancora Manè e a stretto giro il pari di Jorginho su rigore. Decidono i calci di rigore. E quello di Salah premia Klopp mentre Abraham condanna Lampard. Finisce 7-6

Massimo Ciccognani

In quarantamila alla Vodafone Park di Istanbul per una festa a tinte britanniche. Davanti Liverpool e Chelsea a contendersi la Supercoppa Europea. Premier iniziata da una giornata, larga la vittoria dei Reds campioni d’Europa, altrettanto larga la sconfitta del Blues a Manchester contro lo United. Nel Liverpool non c’è l’infortunato Alisson, uno dei protagonisti della conquista della Coppadalle grandi orecchie. Klopp non rinuncia al suo 4-3-3, con Adrián tra i pali,  J.Gomez e Robertson sugli esterni, Matip e van Dijk centrali. In mezzo Henderson, Fabinho e Milner, davanti Chamberlain, Salah e Mané. Firmino va in panchina insieme Wijnaldum, Origi e Alexander-Arnald. Non c’è Lovren in odore di trasferimento e nel mirino della Roma. Lampard schiera un Chelsea speculare. Kepa tra i pali, Azpilicueta, Christensen, Zouma, Emerson Palmieri nei quattro di difesa, Jorginho, Kanté, Kovacic in mezzo, Pulisic, Giroud, Pedro in prima linea. A dirigere la finale, per la prima volta una donna, la francese Stéphanie Frappart, protagonista della finale mondiale femminile. Ma stavolta, si scrive la storia. Perché non era mai successo ed è un evento fantastico.

Tanto Chelsea Aspetti il Liverpool e vedi il Chelsea. Da una parte la qualità dei Blues, dall’altra una squadra più muscolare. Sorprende l’atteggiamento della squadra di Lampard che pressa alto a togliere fiato e respiro ai campioni d’Europa, manovra avvolgente, Liverpool disorientato. Ritmi alti. Mané si sposta centrale nell’attacco dei Reds ed è sua la prima occasione del match con una spettacolare rovesciata che incoccia sulle braccia ravvicinate di Chamberlein, ma non è rigore. Il Chelsea prende campo minuto dopo minuto, Kantè in mezzo concede nulla, Jorginho illumina, Zouma è un muro invalicabile. Recupero palla e ripartente il dogma del Chelsea. Emerson Palmieri spinge e si sovrappone senza soluzione di continuità, Kovacic è pulito, senza sbavature, Pedro una scheggia impazzita, Giroud, classe e qualità in attesa della palla giusta. Liverpool in difficoltà, prova ad alleggerire Salah con un mezzo esterno sinistro, Kepa c’è.  Ma è il Chelsea a fare la partita con la difesa dei Reds che spesso si fa trovare scoperta, così Robertson deve arrotare i bulloni per chiudere su Giroud. Pedro parte da sinistra, semina avversari, si accentra, ci prova a giro, palla che scheggia la traversa. Il Liverpool non riesce ad uscire, palla recuperata dal Chelsea in mezzo e ripartente fulminee. Giroud è animato e ispirato, Van Dij prova a scuotere il Liverpool su palla inattiva, ma poca cosa.

Ci pensa Giroud Il Chelsea prende campione domina la scena. Pedro con una giocata pazzesca, manda in porta Kovacic che si fa ipnotizzare dal secondo portiere dei Reds. Il gol è nell’aria. Pulisic taglia con maestria in mezzo, palla che passa in mezzo a tutti i difensori del Liverpool e arriva a Giroud, gran piattone in diagonale e palla in rete. Chelsea avanti, meritatamente. Il Liverpool non si rianima neppure dopo lo svantaggio, il Chelsea sente l’odore del sangue dell’avversario ferito e affonda. Ancora Pulisic, in grande giornata, raccoglie un longilinea di Emerson. L’ex Borussia entra in area, gran rasoterra, Arnold è battuto per la seconda volta. Tutto fermo perché la terna ravvisa un offside sia pur millimetrico. Il Var conferma e il gol è annullato. Ma che bello questo Chelsea. Klopp indignato, si arrabbia in panchina, prova a scuotere i suoi. Niente da fare. L’intervallo salva i campioni d’Europa. Chelsea avanti con pieno merito. Ci vorrà un altro Liverpool per ribaltarla. 

La cambia Firmino Cambia Klopp in avvio di ripresa, dentro Firmino al posto dell’evanescente Chamberlain. Ed è quello che serviva a Klopp perché Firmino dà quella profondità mancata nella prima frazione. E il pari arriva a stretto giro. Il Liverpool si accende improvvisamente ridestandosi dal torpore iniziale. Bel filtrante morbido di Fabinho per il nuovo entrato che con Kepa in uscita la tocca a Manè che insacca a porta vuota. E sono passati poco più di due minuti, ma è un altro Liverpool. Fabinho avanza il baricentro, altro giocatore, conclusione mortifera da fuori che si perde di un nulla sul fondo. Affonda il Liverpool e con Firmino è un’altra cosa. Kepa si salva coi pugni sull’ennesimo attacco dei Reds, poi Firmino non mette il piede su una percussione di Salah a porta vuota. Ma che partita per qualità e intensità, e ora è dominio Liverpool. Ritmi alti, non c’è un attimo di tregua perché il Chelsea prova a scuotersi ancora con Giroud che però finisce nella morsa del fuorigioco del Liverpool che difende alto. Fuori Milner, dentro Wijnaldum per Klopp che vuole più qualità in mezzo perché il Chelsea si scuote e il match torna su binari di equilibrio. Bellissima finale, senza un attimo di tregua. Tutta da vivere e giocare quando alla fine mancano una ventina di minuti. Il ritmo si abbassa perché un errore adesso sarebbe delittuoso. Kantè è un motorino che recupera palloni in quantità industriali. Cambia anche Lampard che si affida a giovani: dentro Mount e Abraham fuori Pulisic e Giroud. Ma il protagonista diventa Kepa che dopo un salvataggio di Abraham  sul rasoterra di Salah , chiude sulla conclusione a botta sicura di Van Dijk col basco che d’istinto tocca di quel tanto per mandare la palla sulla traversa. 

Finale all’arma bianca  Se la giocano Liverpool e Chelsea senza esclusione di colpi. Dieci alla fine, il Chelsea prova a uscire e lo fa benissimo, Kantè e Pedro la trascinano con lo spagnolo che ha sui piedi la palla del possibile vantaggio, si immola Van Dijk e salva. Mount prova ad aggirare la retroguardia alta del Liverpool, ma finisce in fuorigioco e il gol in diagonale annullato. Ultimo cambio per Lampard, fuori Christensen dentro Tomori, la linea verde di un Chelsea che non si arrende. Ma neppure il Liverpool: Salah illumina, Manè incrocia largo ma era anch’egli oltre l’ultimo difensore. Ultimi spiccioli di una gara bellissima, due di recupero che non bastano per chiuderla e si va all’over time.

Supplementi di gloria Un primo tempo con colpi di scena a ripetizione. E’ subito botta e risposta. Arnold prende il posto di Robertson mentre Manè riporta avanti il Liverpool: palla persa dai Blues in uscita, Mané chiede il triangolo a Firmino che restituisce palla al senegalese che di destro insacca sotto la traversa. Sei minuti dopo arriva i pari londinese: Adrian atterra Abraham. Frappart non ha dubbi e tra le proteste dei Reds ascolta il Var che conferma la decisione presa. Dal dischetto freddo e glaciale Jorginho che spiazza Adrian ed è 2-2. Quarto cambio per entrambi: Barkley rileva Kovacic nel Chelsea, Origi prende il posto di Manè che ha speso molto oltre ad aver firmato due gol. Abraham è giovane di prospettiva ma anche di qualità e per poco non regala il nuovo vantaggio al Chelsea. Squadre bloccate, fatica che inizia a farsi sentire e praticamente succede nulla in questo secondo overtime. Si va ai calci di rigore. 

Undici metri di felicità E la lotteria dagli undici metri premia il Liverpool. Reds a segno con Firmino, Fabinho, Origi, Arnold, Salah, mentre nei Blues in gol Jorginho, Barley, Mount, Emerson. Sbalia invece il baby Abraham e la Supercoppa Europea prende la strada di Liverpool.

Brava Stefanie Ma vince anche Stefanie Frappart che non ha sbagliato nulla. Era la prima volta di una donna ad arbitrare una partita maschile di così grande importanza. E la francese e l’intera terna femminile, è stata impeccabile. Lei e le sue assistenti, Manuela Nicolosi (francese di federazione, ma italiana di nascita) e Michelle O’Neill. Nessuna emozione perché come ha detto la Frappart ieri in conferenza “tra uomo e donna non c’è differenza, le regole sono le stesse”. E lei stasera, con una direzione impeccabile, ha riscritto la storia.

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