La partita delle partite

Salvatore Savino *

Non è e non potrà mai essere una partita come le altre: chi ama il Napoli non riesce a non pensare alla partita contro la Juventus come alla madre di tutte le gare. Tanti, troppi ricordi per chi ama la maglia azzurra, tanti momenti tristi legati a questa partita, soprattutto negli anni più lontani, ma anche in quelli recenti. Il gol di Core ‘ngrato Altafini a tarpare le ali di un sogno, quello che il meraviglioso gol di Totonno Iuliano aveva cominciato a costruire nel cuore dei tifosi azzurri, e poi un Napoli spettacolare, punito da un gol estemporaneo di Zaza, con un tiro deviato e beffardo, che spense ancora una volta i sogni sul nascere. La Juventus è sempre stata il nemico sportivo per eccellenza, quello che addirittura riusciva a danneggiarci sportivamente persino a distanza, come il famoso Inter – Juventus del caso Pjanic ricorda emblematicamente. La Juventus incarna il potere il calcio padrone, in campo e fuori, quello che inevitabilmente urta contro il Napoli simbolo, come accade per la città, di un popolo meravigliosamente folle d’amore, slegato per sua stessa natura dai centri di potere. La squadra della potenza economica della famiglia Agnelli contro un popolo quasi autogestito economicamente. La corazzata sabauda contro il popolo purtroppo abituato a subire il padrone. Come accade sempre, un popolo, per ribellarsi alla tirannia del più forte, necessitava di un eroe, di un condottiero che si ergesse davanti ad una massa di tifosi armati solo del loro immenso amore, pronto a donargli il meritato e sognato trionfo. E così fu. Diego Armando Maradona condusse il Napoli ad espugnare la roccaforte bianconera in un novembre del 1986, quando, con un roboante 3 a 1, cominciò a cucire il primo meraviglioso scudetto sulle maglie azzurre. Fu da quel momento che il Napoli cominciò a giocarsela da pari e pari, a dimostrare con orgoglio che era diventato grande, tanto da andare ancora a Torino e dargliene stavolta addirittura cinque… Purtroppo però, la realtà economica del Club azzurro, non avendo alle spalle l’impero economico del bianconeri, condusse il club al fallimento, e quelle vittorie e quei trionfi in terra juventina sembravano soltanto un pallido e ricordo. Purtroppo per loro però, il Napoli è risorto dalle sue ceneri, è tornato prepotentemente ai livelli che gli competono, e stavolta persino dal punto di vista della gestione economica. E così, le vittorie azzurre sono tornate: la clamorosa rimonta di Marechiaro Hamsik, i gol del Matador Cavani, la memorabile finale di Supercoppa a Doha ( perché su quella di Pechino occorrerebbe un articolo specifico lungo ed articolato, che forse spiegherebbe chiaramente la rivalità tra le due squadre), e poi la finale di Coppa Italia, hanno riportato il sorriso a noi napoletani. L’ultima soddisfazione, purtroppo restata effimera, è l’imperioso stacco di Koulibaly, ma poi, il sinistro volante di Jack Raspadori, torna a far esplodere di gioia e cuore azzurri. Ora si torna là in quello stadio teatro di dolori e gioie, e si va con un condottiero che ha il cuore bianconero. Sappiamo quanto sia forte in Antonio Conte il desiderio di dimostrare il suo valore proprio in quello che è stato il suo stadio, contro il suo club e la sua storia sportiva, e siamo certi che preparerà al meglio la gara proprio per cercare la vittoria. È ancora molto presto perché sia una gara decisiva per le sorti del campionato, ma certamente è e resterà una partita che esalta cuore e anima dei tifosi napoletani. La rosa del Napoli è fortissima, l’allenatore è fortissimo, la spinta dei tifosi ( a tal proposito, è imbarazzante che neanche comincia il campionato ed il primo provvedimento che vieme preso é impedire ai napoletani di seguire la squadra ), fosse anche a distanza forzata, sarà calorosa e commovente. Noi ci crediamo e possiamo vincere ancora a Torino. No, non è e non sarà mai una partita come le altre. Forza Napoli Sempre.

*Scrittore, tifoso Napoli

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