Rosicano i Blues: l’Italia mette in ginocchio la Francia

Nella foto: l'esultanza di Davide Frattesi (foto Domenico Cippitelli/Image Sport)

Massimo Ciccognani

PARIGI Alla fine la sensazione è che abbiano rosicato davvero tanto. La rosicata di chi, dopo appena 14 secondi, pensava di passare una serata galante passeggiando sotto i lampioni della Senna. Ed invece è finita con l’Italia a fare festa sul prato del Parco dei Principi, in una Parigi dove non aveva mai vinto nel corso della sua storia. Blues ammutoliti, umiliati, offesi e strapazzati. Un gigante dai piedi d’argilla, la Francia, presuntuosa e arrogante, finita a ingoiare ettolitri di bile davanti alla bell’Italia. Inizio maledettamente horror, con quel gol dopo 14 secondi che però non hanno piegato l’Italia del nuovo corso. C’era da dimenticare la Germania, ma l’avversario di stasera, era il peggiore che potesse capitare. Il peggiore, ma anche tanto presuntuoso, capace di specchiarsi nell’effimera bellezza di un vantaggio lampo, quello firmato da Barcola. Poi è uscita fuori l’Italia, che senza talenti, ma giocando di squadra, ha dimostrato che ci sono modi diversi per vincere. Possesso e personalità, carattere e anche bel gioco. Frattesi fa vibrare la traversa, Dimarco segna un gol capolavoro e zittisce Parigi. Ma non è finita perché nella ripresa, in campo c’è solo l’Italia: Frattesi completa la rimonta, Raspadori chiude il match. E la notte sopra Parigi si colora d’azzurro, schiarendo il blu francese. 

Quante sorprese Riecco la Nazionale due mesi dopo l’europeo tedesco. C’è la Nations League e subito un appuntamento di spessore con gli azzurri in campo al parco dei Principi contro la Francia. Spalletti decide per la difesa a tre. Giocano Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori a protezione di Donnarumma. In mezzo ci sono Tonali che rientra dopo aver scontato la squalifica, accanto a lui Frattesi e Ricci, mentre sugli esterni agiscono Cambiaso e Dimarco. Prima linea affidata a Retegui con a supporto Pellegrini. Cambia invece rispetto alle previsioni della vigilia Didier Deschamps che si schiera con un 4-2-3-1. Davanti c’è Mbappè, alle sue spalle Griezmann, Olise e Barcola, escluso Dembelè. Davanti alla difesa si posizionano Fofana e Kantè, mentre dietro tocca a Konatè e Saloiba centrali davanti a Maignan, con Clauss e Theo Hernandez sugli esterni. Direzione di gara affidata allo svizzero Sharer.

Lampo Barcola, pari Dimarco Pronti, via e i fantasmi tedeschi che riaffiorano. Quattrordici secondi e Francia avanti, come era stato con l’Albania che a Dortmund aveva messo il muso avanti dopo 23 secondi. Due gol quasi n fotocopia, figli degli errori individuali: in Germania Dimarco ad innescare Bayrami, stasera Di Lorenzo che si è addormentato su un retropassaggio di Cambiaso che ha innescato l’attaccante che ha sostituito Mbappè nel Psg. Frittata fatta. L’Italia avrà pure “barcolla”to, ma non ha mollato. Ha fatto tanta densità, sopperendo alla maggior classe francese. Ed è cresciuta tanto la nazionale di Spalletti che ha colto una traversa con Frattesi e pi trovato un gol pazzesco con Dimarco, conclusione al volo che ha pizzicato Maignan in un antipasto derby di Milano. L’Italia ha gestito bene, ha fatto quello che il copione Spalletti aveva predisposto. E a gioco lungo gli azzurri, sul piano della mentalità e dell’applicazione, sono apparsi più squadra. E il pari è tutto meritato.

Frattesi la ribalta L’Italia mette subito la freccia. La miglior difesa è l’attacco e così Raspadori apre per Retegui che la mette in mezzo per i mancino di Frattesi che fulmina il portiere del Milan. La Francia accisa il colpo, ma si muove d’istinto, con troppa precipitazione, prova a sfondare sugli esterni, ma l’Italia si difende con ordine e quando ha in mano il boccino, va vicina al tris, con super Maignan che si allunga e salva sull’incornata di Frattesi.

Monologo azzurro, chiude Raspadori Sembra un sogno, ma gli occhi brillano nel vedere gli azzurri ribattere colpo su colpo, non tremare davanti al forcing francese. Sconclusionato. L’Italia capisce tutto e affonda la lama: guizzo di Udogie che centra per Raspadori che di destro fa secco Maignan. E siamo 3-1, tutto vero. E quando i transalpini arrivano in zona tiro, ci pensa uno degli idoli di casa Psg: Donnarumma chiude la saracinisca e buonanotte ai suonatori. Finisce 3-1 per la nostra nazionale, che fa tutto bene. Prestazione, gioco e risultato. La vince Spalletti, che rimodella la sua Italia, ma la vincono l’applicazione dei suoi uomini che hanno sbagliato nulla. Vincere qui non era facile, ma l’Italia c’è riuscita, tirando fuori tutte le sue qualità. E fa festa. Gli altri, rosicano.

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