Premier. Guardiola batte l’allievo Maresca: 2-0 del City al Chelsea

Nella foto: Erling Haaland - Credits Uefa - (Photo by Michael Regan - UEFA/UEFA via Getty Images)

Daniele Oliviero

Nel big match della prima giornata il maestro batte un altro allievo. Guardiola mette al muro Maresca con un deciso 0-2 grazie alle reti di Haaland e Kovacic. Il Chelsea esce da Stanford Bridge con la coda tra le gambe, merito di un concreto City che centra in pieno il bersaglio nel primo tempo con Haaland, per poi chiuderla con una perla dell’ex Kovacic. Per Maresca una doccia fredda già alla prima giornata, ma comprensibile dato la situazione complicata dei Blues e la portata del suo avversario. C’è ancora tanto su cui bisogna lavorare. Buona risposta invece da parte del tecnico spagnolo che non solo si unisce alla festa delle big che hanno passato la prima stagionale, ma che scaccia le nubi temporalesche sui presunti fatti del club, che rimane indagato per diverse irregolarità del fairplay finanziario e che per questo dovrà affrontare un processo che si terrà verso i primi di gennaio.

Le scelte di Guardiola e Maresca

Decisioni tanto importanti quanto coraggiose quelle di Guardiola, che decide di lasciare in panchina Foden e Walker, mentre rimane fuori dai convocati Rodri che, come spiegato da Guardiola alla vigilia del match, non è al 100% e preferisce non rischiare. La formazione del tecnico spagnolo è un 4-2-3-1 Con Ederson una delle poche certezze tra i pali, la difesa a quattro viene affidata dai centrali Ruben Dias e Akanji, con Lewis a destra e a sinistra Gvardiol. Mediana tutta rimescolata con Bernardo e Kovacic. Il tridente di centrocampo vede De Bruyne al centro con Savinho e Doku che gli fanno da braccetto. Davanti l’immancabile punta di diamante Haaland. Le scelte di Maresca, che gioca con un 4-1-4-1, ricadono su Robert Sanchez in porta, difesa a quattro con Gusto, Fofana, Colwill e Cucurella. Caicedo unico a fare da spartiacque tra difesa e centrocampo, che invece e composto dai quattro Palmer, Enzo Fernandes, Lavia e Nkunku, con Nicolas Jackson unico centravanti. Arbitra Anthony Taylor.

Haaland decide la prima frazione

Servono a 18 minuti al City per stappare la partita con il solito bomber Haaland. Doku pesca bene il norvegese, che sfonda la difesa dei Blues passando in mezzo a due e saltando con il tocco morbido Sanchez. Nonostante il gol sia regolare dovranno passare due minuti per l’ok del Var, che conferma il vantaggio del City (1-0). La reazione dei Blues fatica ad ingranare e arriva soltanto agli ultimi minuti del primo tempo. Non prima che Sanchez disinneschi una bomba di Doku che era stata deviata. I Blues rispondono con Enzo Fernandes che viene murato dall’impeccabile manovra difensiva. Poi ci pensa Palmer a farsi sentire, con Ederson che ribatte sui piedi di Jackson che a pochi metri non sbaglia e sigla il pari, ma l’arbitro ferma tutto per outside. I Blues potrebbero continuare l’assedio ma arriva il duplice fischio. City avanti dopo i primi 45.

Il Chelsea ci prova, ma Kovacic non perdona

Maresca fa rientrare Nkunku, al suo posto entra Pedro Neto. Proprio il portoghese si rende partecipe di qualche azione che porta a far tremare la porta dei Citizens, come quando mette davanti porta Jackson, ma l’attaccante senegalese spreca un’occasione d’oro sparando centrale su Ederson. Da qui in poi i padroni di casa prendono sicurezza e decidono di osare di più, le fasce si infiammano con Cucurella e Gusto che mettono in mezzo palle interessanti per un attacco a frazione anteriore con Neto che fa da compagno a Jackson li davanti. Per i citizens però non c’è avversario che regge, e decidono di chiuderla con una prodezza, ma è una giocata che viene da chi non t’aspetti. Arrivati a poco più dall’80esimo Kovacic si mette in proprio, saltando Caicedo, resistendo a Fernades e concludendo una parabola che bacia la parte interna della porta. Sanchez spiazzato, Kovacic non esulta per rispetto del suo passato in maglia Blues, mentre i tifosi Citizens presenti allo Stanford Bridge eccome se esultano, perché è il gol che mette il punto esclamativo sulla gara. 

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