Coppa Italia, Atalanta e Juve verso l’atto finale

Nella foto: Massimiliano Allegri (foto Matteo Gribaudi/Image Sport)

Augusto Riccardi

La storia nei numeri e nella fame. Mercoledì prossimo all’Olimpico, si giocherà la finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus. Un solo titolo conquistato dalla Dea bergamasca, nel lontano 2 giugno del 1963, la finale di Milano vinta per 3-1 contro il Torino. Di conro chi di Coppe Italia ne ha vinte più di tutte le altre, ovvero la Juventus che ne ha messe ben quattordici in bacheca. Bianconeri che strizzano l’occhio alla quindicesima, bergamaschi per tornare ad alzare un trofeo dopo 61 anni. Altre quattro volte l’Atalanta è arrivata in finale, ma non è riuscita a vincerla. Nell’87, battuta nel doppio confronto dal Napoli (3-0 e 1-0), nel 96 (2-0 e 1-0 contro la Fiorentina). Poi le più recenti, il 2-0 subito dalla Lazio il 15 maggio del 2019 all’Olimpico, e il 2-1 di Reggio Emilia, il 19 maggio, proprio contro la Juventus.

Vuole ripartire da qui la Dea e prendersi la rivincita sui bianconeri e su quel passato non brillantissimo nella finali di Coppa Italia.

Dall’altro, la Juventus, in Coppa Italia, una macchina da guerra, 14 vittorie su 21 finali giocate, perché tra tanti trionfi, anche alcune amarezze. Nel 73 i bianconeri persero ai rigori conytro il Milan, nel 92 e nel 2002 a batterla in finale fu il Parma e nel 2004 la Lazio. Nel 2012 e nel 2020, i bianconeri si arresero al Napoli perdendo la prima volta 2-0, la seconda 4-2 ai calci di rigore, e per ultimo nel 2022 i bianconeri si arresero all’Inter ai siupplementari. 

L’ultimo trofeo bianconero è quello conquistato il 19 maggio del 2021, il 2-1 con il quale la Juve si impose al Mapei di Reggio Emilia, proprio all’Atalanta. Ecco perché si ricomincia da quella data: voglia di conferma per i bianconeri, altrettango voglia di rivincita per la Dea.

Atalanta e Juve arrivano all’appuntamento  in situazioni completamente diverse. Allegri vuole portare a casa la Coppa e poi attendere cosa accadrà in società per il futuro,  con il suo contratto che scade tra un anno, per cui il suo dna è juventino e non intende mollare. Ma se dovesse chiudere la sua storia imn bianconero, preferirebbe farlo con una vittoria. Dal canto suo anche Gasperini è legato alla Dea fino al prossimo anno. La società è pronta ad allungare la scadenza, ma il tecnico, dopo un’altra grande stagione, potrebbe guardarsi intorno e magari accettare nuove sfide. Ma intanto vincere diventa fondamentale per entrambi. La Juve, allora sotto la gjuida di Andrea Pirlo,  per confermarsi dopo la vittoria di Reggio Emilia, Gasperini per invertire la tendenza e portare finalmente a casa la Coppa. Ingredienti essenziali e giusti per una sfida di altissimo livello. Lo spettacolo garantito

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