Il Bologna vince di testa: Napoli, notte fonda

Nella foto: l'esultanza di Dan Ndoye (foto Carmelo Imbesi/Image Sport)

Robert Vignola

Sul campo dei campioni d’Italia il ricordo del tricolore napoletano sbiadisce nella notte dei sogni bagnati d’Europa del Bologna. La squadra di Motta inanella l’ennesima impresa di stagione confezionando un successo che la proietta addirittura al terzo posto, lasciando al Napoli il sapore dell’impotenza. Il primo quarto di partita è scioccante per gli azzurri. Al primo vero affondo rossoblù, Zirkzee lotta su un pallone che Odgaard non solo tiene vivo, ma trasforma in oro: l’imbeccata per Ndoye è un invito cui lo svizzero si fa trovare preparatissimo realizzando il primo gol in serie A (dopo ben 37 tiri senza successo in questa stagione). Non finisce qui: il Napoli è stordito, Zirkzee conquista un calcio d’angolo che Posch (su sponda di Calafiori) capitalizza al massimo, mettendo anche lui di testa la firma sul primo sigillo stagionale. Il raddoppio gasa il migliaio di tifosi ospiti in un “Maradona” gelato, ma l’undici di Calzona ora schiuma rabbia. La pressione si fa massima, i giri del motore salgono, il possesso di palla furibondo produce una mischia in area in cui la difesa rossoblù trova i piedi di Osimhen anziché il pallone. Forse per l’errore dell’andata da parte del nigeriano, ad andare sul dischetto è Politano: ma qui a salire in cattedra è Ravaglia, che arriva sul pallone e spedisce in corner la voglia azzurra di riaprire il match. Ad appena metà tempo, già tre gli ossi duri da ingoiare. Olivera, Politano, Lobotka cercano il bersaglio ma non lo trovano e le proteste di Osimhen, che vorrebbe a fine primo tempo un secondo rigore, vengono ignorate da Pairetto.

Anche la ripresa inizia con un Napoli arrembante, pur senza occasioni chiarissime. Thiago Motta cambia le ali: fuori Ndoye e Odgaard, dentro Saelmaekers e Orsolini. La prima pedina mossa sullo scacchiere verde, dalla panchina di Calzona, è invece Ngonge (esce Politano). Kvaratskhelia prova a salire in cattedra, muove qualcosa, batte un corner (che Anguissa devia di testa debolmente tra le braccia di Ravaglia) e si mette in proprio (ma il destro è centrale). E’ però pericoloso ancora il Bologna: Zirkzee spara un diagonale che Meret deve respingere, Orsolini calcia male sulla ribattuta. Il forcing partenopeo però riprende, anche Ngonge tuttavia non rende la vita troppo difficile a Ravaglia. Di nuovo Ngonge ha l’idea giusta nei piedi: filtrante per Osimhen, sul cui diagonale l’estremo difensore tocca quanto basta per mandarla in angolo. Altri cambi: Motta toglie Zirkzee per Castro e Fabbian per Urbanski, poi mette El Azzouzi per Freuler, Calzona deve rinunciare a Caiuste (entra Raspadori, poi inserisce Traorè, Mazzocchi e Simeone. Ma l’inerzia non cambia e in un San Paolo che si vuota, sotto i cori di contestazione di chi resta, il Napoli si sgonfia definitivamente. Lassù, al terzo posto, veleggia il Bologna: il sogno Champions è a una palpebra di distanza.

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