Supercoppa, domani la finale. Inzaghi: “Non siamo favoriti,Napoli grande squadra”

Nella foto: Simone Inzaghi - Credits Uefa - (Photo by Valerio Pennicino - UEFA/UEFA via Getty Images)

Massimo Ciccognani

Ed eccola la finale. Tutto pronto per l’ultimo atto della Supercoppa Italia qui in Arabia Saudita. Se la giocano Inter e Napoli, ma guai a dire a Inzaghi che i suoi partono con il favore del pronostico. “È una finale, tante volte è decisa da episodi. Dobbiamo fare tanta attenzione, in più è una finale da organizzare in due giorni e mezzo, in meno di 72 ore. Presenta delle insidie, però la squadra deve continuare a lavorare come ha fatto in questo periodo. Veniamo da un’ottima semifinale, giochiamo contro i campioni d’Italia che hanno vinto anche loro 3-0, in campionato hanno avuto qualche problema e hanno cambiato allenatore, ma è una squadra con una rosa lunga e tanta qualità”.

Per l’Inter, a caccia del terzo successo di fila, sarebbe fondamentale tornare a Milano con il trofeo. “Sarebbe importante per l’Inter, per tutto l’ambiente – ha aggiunto Simone Inzaghi -. Solo il Milan ne ha vinte tre di fila. Abbiamo vinto qui l’anno scorso contro il Milan, due anni fa a San Siro contro la Juve, vorremmo farlo anche domani contro il Napoli. Ci vorrà una grande gara”.

Importante vincere, ma davanti c’è un Napoli che con la nuova difesa a cinque può creare non pochi problemi ai nerazzurri. “Sarebbe molto, siamo i campioni in carica. La vinciamo da due anni e abbiamo tanta voglia di riportarla a casa, per noi è un obiettivo. Abbiamo fatto una grande gara con la Lazio e manca l’ultimo passo. Quanto al Napoli, abbiamo visto che ha cambiato sistema, era una squadra di grandissimo possesso e con la Fiorentina ne ha avuto meno. Però la Fiorentina in Italia è una di quelle squadre che ha il possesso di palla più alto: ci può stare. Domani non so ancora, si pensa che Mazzarri possa confermare l’assetto della semifinale e stiamo lavorando su questo. In campionato era stato un Napoli con un altro modulo, ma al di là di questo quello che conta di più sono le motivazioni”.

In totale Inzaghi ne ha già vinte quattro e portare a casa quella di domani, significherebbe superare il record di Lippi e Capello. “Ci tengo, ma più per l’Inter che per Simone Inzaghi. Sarebbe bello vincere la quinta Supercoppa, però come ho detto prima ho fatto i complimenti ai ragazzi. Dal 13 luglio, quando hanno cominciato a lavorare antepongono l’Inter alle gioie personali. Questo è il segreto”.

Innegabile che nella testa del tecnico c’è la possibilità di apportare qualche cambiamento. “Per quanto riguarda i giocatori, ieri chi ha giocato ha fatto defaticante. Le mie attenzioni sono andate su quelli che hanno giocato meno contro la Lazio: un po’ di stanchezza c’era, qualcuno era affaticato. L’allenamento di oggi sarà più indicativo, in questo momento non ho ancora bene l’idea sulla formazione. Devo vedere il recupero. Rispetto alla gara del Maradona, cambia tutto. “Il contesto, la preparazione: avevamo avuto più giorni, venivamo dalla partita di Lisbona e avevamo fatto diversi cambi. C’era stato più tempo, ma vale anche per il Napoli: cambierà probabilmente il modulo del Napoli, ma non dovrà cambiare l’intensità che deve mettere l’Inter in campo”.

Vincere per mandare anche un segnale al campionato dove al momento l’Inter è in testa. “Sarebbe un bellissimo segnale, ma al di là del campionato noi dobbiamo focalizzarci su questa coppa. Ci sarà uno stadio esaurito, una bellissima finale: è importante arrivarci e possibilmente vincerle. Il campionato sarà molto avvincente”.

L’altro punto per Inzaghi è avere in Lautaro un capitano leader, amato e ascoltato. “È importantissimo. Lautaro sta facendo un grandissimo lavoro, in campo e fuori. È un capitano molto importante, si assume le sue responsabilità come è giusto che faccia. Voi vedete meno quello che fa lontano dal campo, tutti i giorni. Sono molto contento di lui e dei suoi compagni, stanno facendo sei mesi nel migliore dei modi. Sappiamo che non basta, dovremo dare continuità”.

Dal tappeto erboso all’ippodromo, e la domanda è capire che cavallo sia l’Inter. “Non mi intendo di ippica – conclude Inzaghi – mi intendo di Inter, di calcio: io quello che facevo da bambino era solo giocare a pallone. Mi piace continuarlo a fare anche oggi: qualche volta anche con i ragazzi, a casa coi bambini”.

E allora basta con le parole. Si gioca al King Saud University Stadium, con calcio d’inizio alle ore 20 italiane.

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