Salvatore Savino *
È il 6 aprile del 1975, e una marea azzurra di bandiere invade Torino ed il Comunale. Sembra a tutti un sogno, eppure è realtà: il Napoli è vicino allo scudetto, e tutto si va a giocare sul campo della nemica più odiata di sempre. La maglia azzurra, entra in campo sospinta dai battiti di almeno ventimila cuori al seguito. Alla fine di un primo tempo scialbo, Causio trova il vantaggio. Negli spogliatoi, ‘o lione Vinicio chiede ai suoi ragazzi di dare tutto. E qui si alza lui, il capitano, Antonio Juliano, la faccia da scugnizzo e gli attributi di un condottiero epico. Lo immagino andare da Peppeniello Massa, da quello che sarebbe poi diventato il capitano, pal’e fierro Bruscolotti, e poi dal gringo Clerici, dal roccioso Burgnich, e dire le sue poche parole: “giagliu’, ci stanno ventimila persone qua per noi, gente che è dovuta andare via da Napoli per campare, che tutti i giorni viene umiliata, offesa, deve leggere i cartelli che le case non si fittano ai napoletani…dobbiamo lottare per questa gente, per togliergli i paccheri da faccia, guagliu’, noi siamo il Napoli, siamo tutta Napoli”.
Io ero un bambino, e in casa col nonno , seduti in camera da pranzo, davanti alla radiolina accesa, quel secondo tempo lo abbiamo giocato anche noi dietro al capitano. Totonno con una bordata pareggia, ed il boato è talmente forte che all’ippodromo di Agnano, dove si sta correndo il gran Premio Lotteria, persino i cavalli esultano. Juliano ci riprova poco dopo, ma un altro figlio adottivo di Napoli, Dino Zoff, con una grande parata impedisce il vantaggio. Il gol di core ‘ngrato spense la gioia del tricolore, ma non riuscì ad abbattere il nostro orgoglio. Un grande capitano per la nostra città, questo sei stato, Antonio, un uomo dalla scorza durissima a proteggere un cuore d’oro, legato al suo Napoli pure quando fu tradito, costretto a chiudere una meravigliosa carriera a Bologna. Tre mondiali, Campione d’Europa, un grande capitano.
Sei tornato da dirigente, e ancora oggi, quaranta anni dopo, i due più grandi calciatori stranieri della storia del Napoli li portasti tu: prima Rudy Krol e poi, quando non ci credeva nessuno, Diego. Negli ultimi anni la salute e la tua immensa dignità ti hanno tenuto lontano dalle luci della ribalta, ma, credimi Totonno, mai lontano da tutti quelli che tifano ed amano il Napoli. Tra me e te…un piccolo segreto: quando aprivo i pacchetti delle figurine Panini ed uscivi tu, con la mia maglia azzurra, il mio capitano, ero pieno di gioia ed orgoglio, e sognavo che un giorno, da grande, avrei voluto essere come te, il capitano del nostro Napoli. Grazie di tutto, Totonno, salutami Diego e vai da mio nonno, abbraccialo, vedrai che ti racconterà di quel pomeriggio con la radiolina accesa, quamdo ci hai resi orgogliosi di essere napoletani. Grazie di tutto, Totonno. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli