Francesco Raiola
Mentre a Castelvolturno parlava Mazzarri e il Napoli prepara la trasferta delicata di Torino contro la Juventus, al Maschio Angioino, Gaetano Manfredi sindaco di Napoli, nell’aula consiliare alla presenza anche del Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, ha consegnato a Luciano Spalletti, tecnico campione di Italia e attuale Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, la cittadinanza onoraria della città di Napoli per alti meriti sportivi. Gremita la sala con il sindaco Manfredi che ringrazia Spalletti e De Laurentiis. “Oggi è una bella giornata per la nostra città. Saluto De Laurentiis che è in sala con noi e i consiglieri comunali che hanno fortemente voluto questa giornata. Vincere uno scudetto a Napoli è qualcosa di più che vincerlo altrove, c’è un amore viscerale tra questa città e la squadra. Ci sono stati tantissimi turisti in città e tutto questo è stato guidato da Spalletti, un grande condottiero in campo e un esempio dell’amore nei confronti della nostra città, unica e strana, che rende concittadini tutti. Basta un giorno per sentirsi napoletani. Per lasciare un segno a Napoli ci vogliono uomini speciali che capiscano la nostra cultura, capaci di donarsi all’anima di questa città. Spalletti è stato così: si è dedicato, ha amato, è stato amato, ha vinto. Questo è un grande segreto. Quando si vince a Napoli è una vittoria speciale, è la vittoria sul mondo che è stata prima e vuole essere sempre prima. Per questo motivo la scelta della cittadinanza onoraria a Spalletti è una scelta vera, non di forma, ma di sostanza. A tutti noi fa piacere che Spalletti resti cittadino della città, continui ad esserlo adesso come allenatore della nazionale, porti in alto il nome di Napoli come ha già fatto con questa straordinaria vittoria e sia testimone di una cosa: essere napoletani, in Italia e nel mondo, è una cosa speciale. E Spalletti è un cittadino speciale”.
Parole di affetto e di stima anche del Presidente De Laurentiis che evita polemiche per l’addio di Spalletti a giugno: “Stiamo lavorando per un film di 4 ore su quello che Napoli ha vissuto per lo scudetto. Vogliamo regalare quest’esperienza speriamo ripetibile, ma non si può vincere sempre se non con imbrogli. Ci vogliono condizioni per vincere che siano sempre le stesse. Lo stesso vale per i calciatori, subentra appagamento, frustrazione. Ci sono poi anche gli avversari che si rinforzano. Noi abbiamo avuto il più grande allenatore, Spalletti, e un po’ di fortuna che ci vuole sempre. Spalletti è stato un motivatore esemplare, un comandante, in 19 anni ho imparato che l’attenzionalità di un giocatore è molto corta se non usi metodi che Spalletti ha inventato come maglie d’allenamento, le scritte dei cartelloni al centro sportivo, i continui discorsi nello spogliatoio affinchè l’attenzione fosse sempre alta. Spalletti è stato esemplare anche nelle interviste. Volevo che i miei attori prendessero spunto da lui e dai suoi insegnamenti. Adesso Luciano non potrà più tradirci. E’ napoletano”.
Emozionatissimo Spalletti che riceve dal Sindaco la Pergamena e la Medaglia Ufficiale della Città di Napoli con la firma sul Libro d’Onore della Città: “Che responsabilità che mi date. Ringrazio il sindaco e i consiglieri, Giuntoli, De Laurentiis, anche per essere qui oggi, ringrazio la società e i giocatori, artefici della bellezza in giro per il mondo. Sono emozionatissimo, avevo una squadra fortissima, è stato detto che tutti potevano vincere. Questa onorificenza dimostra il legame umano con la gente di Napoli. Quando sono diventato allenatore del Napoli ho chiesto uno stadio che ci sostenesse sempre, dopo una media di 20-25 mila spettatori la media è cresciuta, lo stadio è sempre stato pieno. Napoli è casa mia. Io non merito tutto questo, nessun comune mortale può meritarlo, quindi grazie”.
Lo stesso Spalletti intercettato a margine della cerimonia del Maschio Angioino dalla Tv napoletana Tele Club Italia ha rilasciato altre dichiarazioni importanti sul suo rapporto con Napoli, il Napoli e De Laurentiis. “Lo scorso anno il mio maggior lavoro è stato quello di far capire dove eravamo e per chi lo facevamo questo tentativo di vincere il campionato. Dopo è stato tutto più semplice e da questi concetti abbiamo costruito quasi tutta la stagione. Napoletano un pochettino lo ero di già, diventa facile andare a prendere da quelli che sono metodi, ideologie, comportamenti. Da questo momento qui sono un official scugnizzo. Per ora non ho preso casa, in futuro vedremo. Coi napoletani ho un rapporto magico. Ringrazierò sempre i giocatori, se sono qui e vengo premiato il merito è loro per quello che mi hanno messo a disposizione e per la fatica che hanno fatto. Ho lavorato con una squadra fortissima e con uomini veri e sono convinto che questa squadra abbia altrettanto potenzialità per andare avanti. La squadra è fortissima, come ha detto spesso De Laurentiis e come ho detto spesso io e come hanno fatto vedere lo scorso anno. A volte ci sta nel calcio di passare dei momenti belli o meno belli ma le potenzialità di questa squadra sono fuori discussione. Verrò a Castel Volturno sicuramente anche perché ci sono giocatori importanti della nazionale. Verrò a vedere gli allenamenti e starò con loro per creare un gruppo come il Napoli anche in nazionale”. L’addio sulla panchina ha lasciato una ferita che sanguina ancora: “E’ un discorso un po’ più profondo che merita più tempo, è una cosa che è dispiaciuta anche a me, volevo anche preservare questa bellezza che avevo nel cuore senza rimetterla subito in discussione dato che è una rosa che nessuno può sentire se non la sente direttamente come l’ho sentita io. Sono contento che De Laurentiis sia qui. Quello che è successo nella passata stagione è sotto gli occhi di tutti, è stato determinato dal lavoro di tutti e allo stesso livello”. Domani Spalletti vedrà Juventus-Napoli: “ Le vedo tutte le partite, c’è da prendere dei pezzi per riproporli con l’Italia coi nostri calciatori”.
Torna il sereno quindi fra De Laurentiis e Spalletti che si abbracciano alla fine della cerimonia, con Luciano napoletano ad honorem.