Dentro o fuori, senza via di mezzo. Domani mattina, alle 9 ora italiana, a Wellington (diretta su Rai 1) l’Italdonne l’ultima partita del girone eliminatorio al mondiale. Non c’è tempo per pensare, né tanto meno per fare calcoli. Dopo la batosta contro la Svezia, pesante nel punteggio (5-0, le azzurre sono chiamate a risorgere dalle ceneri di una gara che si sapeva difficile, ma che è finita malissimo. Pesante nello spirito e nel morale. Domani c’è l’ultima del girone prima della fase ad eliminazione diretta. L’Italia sfida il Sudafrica e una vittoria le garantirebbe l’accesso agli ottavi, mentre con un pari la qualificazione sarebbe legata all’altra partita tra Svezia e Argentina, con l’Albiceleste che dovrebbe quanto meno pareggiare per lasciare le cose invariate. Un successo, difficile da ipotizzare alla vigilia, sbatterebbe fuori le azzurre. Per cui, niente calcoli. L’Italia deve fare affidamento sulle proprie forze, e basta.
Bertolini: “Serve cattiveria”
Per poter fare il biglietto per l’Australia (Melbourne ma più probabile Sydney) l’Italia deve solo vincere. Già definito il primo spiccio degli ottavi, con i Paesi Bassi che hanno chiuso al primo posto davanti agli Stati Uniti e che dovrebbe incrociare le azzurre agli ottavi nella rivincita dei quarti di Francia 2019, mentre la Svezia, chiudendo al primo posto, se la vedrà contro le campionesse in carica americane. Milena Bertolini è attenta ai dettagli, pondera le parole in conferenza, in una vigilia carica di tensione. “Domani sarà una partita da dentro o fuori. La tensione è tanta, chi riuscirà a gestirla meglio porterà a casa il match”.
Il pensiero va all’ultima gara, quella persa pesantemente contro la Svezia. “Rispetto all’ultima gara dobbiamo migliorare dal punto di vista della tenuta mentale. Ci stiamo lavorando e sono certa che quanto successo con la Svezia ci servirà da lezione”.
Sul cammino azzurro, il Sudafrica, un punto come l’Argentina maturato nello scontro diretto. Bertolini chiede alle sue ragazze di ripartire da quell’inizio di partita contro la Svezia dove ha giocato meglio, ma senza trovare la via del gol. “Chiederò alle ragazze di portare in campo i primi 35’ di gioco, però mettendo in campo più cattiveria, agonismo e attenzione ai momenti della partita. Sarà una battaglia e mi aspetto di vedere una squadra determinata. Affronteremo un avversario molto forte nelle transizioni e di grande intensità fisica. Bisognerà stare attente e dimostrare di avere grande voglia di raggiungere il risultato per il quale stiamo lavorando da tanto tempo”.
Probabile qualche cambio nell’undici iniziale, con l’inserimento di qualche veterana in più, anche se la Ct fa spallucce anche se l’esperienza potrebbe avere un peso determinante nell’allestimento delle prime undici, con l’impiego di Girelli e delle altre senatrici. All’Italia è mancato finora il gol, la concretezza nella sedici metri avversaria. La Bertolini guarda avanti: “Stiamo provando a portare avanti un gioco propositivo basato su valori sia estetici che tattici. Ultimamente abbiamo avuto difficoltà a riempire l’area, anche perché il nostro è un attacco formato da giocatrici molto brave nell’attacco della profondità, meno nel duello fisico. Ma stanno lavorando tanto per la squadra e sono certa che si sbloccheranno presto”.
L’ora delle chiacchiere è finita. Domani mattina si va in campo, dentro o fuori: Italia-Sudafrica e Svezia-Argentina si giocano alle ore 9 in contemporanea. Cuore, testa e gambe a Wellinghton, l’orecchio al FMG Stadium Waikato di Hamilton. In classifica Svezia 6, Italia 3, Argentina e Sudafrica 1. Domani, si fa l’Italia. E il suo futuro mondiale.