Roma, solo Mou per ripartire

Nella foto: José Mourinho - Credits Uefa- (Photo by Gonzalo Arroyo - UEFA/UEFA via Getty Images)

Massimo Ciccognani

Il futuro giallorosso è come quel cielo plumbeo che abbatte a terra una pioggia torrenziale. In lontananza si vedono schiarite, ma non è detto che arrivino. La sconfitta di Budapest, è maledettamente bugiarda, come del resto l’intera stagione giallorossa, intrisa di infortuni, tanti, troppi, che inevitabilmente hanno finito con il condizionare la stagione. Una rosa ristretta, con i migliori interpreti che sono andati a farsi benedire, da Wijnaldum a Dybala, stretti nella morsa di infortuni seri. L’olandese non c’è stato mai, troppo grave l’infortunio per poter riprendere come ci si aspettava, quanto meno come aveva fatto intravedere al momento del suo arrivo. Su Dybala la sfortuna gli si è accanita contro. Sarebbe servito come il pane nel finale di stagione, ma Palomino lo ha ridotto ai minimi termini sul più bello. Ha giocato la finale con una gamba sola perché ne aveva voglia, ha firmato il gol del vantaggio che aveva schiuso ai giallorossi orizzonti bianco latte. Tornerà, più forte di prima, sperando continui ad abbracciare il progetto giallorosso. Insieme a Mourinho che nella pancia della Puskas Arena, ha dato un’altra stilettata ad una società che si è persa sul più bello, facendo mancare a Josè l’apporto di cui aveva bisogno. Nella lotta al Palazzo d’acciaio del calcio italiano, dove il portoghese ha pagato pur in presenza della condanna di direttori di gara che contro la Roma hanno sbagliato. 

Poteva essere una stagione diversa con un’altra panchina, più lunga, più qualitativa, per poter lottare con le altre avversarie. Troppi tre fronti. Mourinho è uscito dalla Coppa Italia perché sperava che le seconde linee potesse essere sufficienti per battere la Cremonese all’Olimpico. Ma aveva, in un gesto d’amopre, sopravvalutato i suoi. Poteva lottare fino alla fine per il quarto posto, se la sentenza Juve fosse arrivata nei tempi giusti, se non fosse stato obbligato, dalla distanza dalla zona Champions, a scegliere la finale europea per salvare la stagione. Poteva lottare fino alla fine se Orsato avesse punito il fallo su Ibanez al minuto 97 di Roma-Milan. Se, se, se, troppi dubbi, troppe incertezze. Alla fine Roma fuori da tutto, Coppa svanita per l’ennesimo arbitro che ci ha messo tantissimo del suo, un rigore negato, due rossi grossi come una casa a Lamela e Rakitic che avrebbe cambiato il volto della gara. Il dubbio rimane la ripartenza. Mourinho è stato chiaro, le prossime ore possono segnare il solco decisivo, tra il restare o abbandonare dopo due anni la Roma. Quest’ultima, è ipotesi sciagurata. Con Mourinho ancora in panchina, significherebbe che il processo di crescita continua. Ad altri scenari, francamente, non voglio proprio pensare.

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