Stefano Sale *
Una notte da lupi, di quelle importanti. La Roma mette alla porta il Salisburgo giocando una grande partita di squadra, una delle migliori partite dell’anno. E lo fa con chi finora era mancato, per vari motivi. Quello di Spinazzola è forse il più grande acquisto, insieme a quello di Wijnaldum e Dybala, la Roma sognata in estate con l’aggiunta di Matic. Se per Gini bisognerà pazientare ancora un po’, riecco Spina quando meno te lo aspetti. Già col Verona si era rivisto a buoni livelli, ieri sera addirittura devastante come agli ultimi Europei, prima dell’infortunio. Corre, sgomita, accellera e salta l’uomo come pochi, ma soprattutto serve palloni d’oro in mezzo. Pane per i denti per gente come il Gallo Belotti, guerriero sfortunato che stavolta invece porta a casa la strameritata pagnotta. Con Abraham fuori per la brutta botta all’occhio ecco Paulo Dybala che fa la differenza anche a mezzo servizio come fanno i campioni. Per non parlare di Matic, pilastro padrone del centrocampo, con l’aiutante Cristante a dargli una bella mano. Bene la difesa con Smalling a comandare e Mancini a supportare la linea dietro con Ibañez. Tutti concentrati e pochi rischi. È una Roma che può finalmente guardare avanti con ottimismo, anche in campionato. A febbraio negli ultimi anni la squadra diceva sempre addio alla stagione, ma da quando c’è un allenatore vincente per fortuna questo non succede più. Mourinho è di un’altra categoria, come Dybala, Gini e Matic. La Roma ha bisogno di questa gente di caratura per tentare di scalare e vincere. Anche Josè qualcosina l’ha vinta in carriera, non gli servono di certo altri riconoscimenti internazionali, ha l’armadio pieno tra coppe e medaglie. Ma al suo arrivo lo disse chiaramente. Non è possibile che un club come la Roma non abbia vinto quasi nulla in 95 anni, con questa piazza incredibile. Lui si è calato in un ruolo nuovo, aveva bisogno di una nuova sfida, un programma triennale con i Friedkin. Al primo anno una rosa da rivedere, qualche giocatore di livello per alzare l’asticella e qualche giovane da lanciare. Si è vinto un trofeo europeo. Ora al secondo anno il cosidetto consolidamento, centrare il posto in Champions e andare il più avanti possibile nelle coppe. L’anno venturo dipenderà dalle scelte e dalle ambizioni societarie. Senza Mourinho e quella mentalità vincente alla guida, il castello costruito finora rischia di crollare, col rischio di ricominciare daccapo e senza i migliori giocatori. Un colloquio con la società è d’obbligo, adesso però, anche con gli obiettivi ancora in bilico. Lui penso voglia rimanere, anche perchè questo gruppo è suo, siamo sul più bello, adesso comincia a fare sul serio, e l’appetito dicono vien mangiando. Avanti Josè. Avanti Roma.
*Roma Club Dublino, tifoso Roma