Sette giorni la sconfitta dell’Olimpico contro il Betis, la Roma ritrova domani sera gli spagnoli al Benito Villamarin di Siviglia. E’ una Roma acciaccata quella che prova a ribaltare la situazione nel girone per approdare alla qualificazione alla fase ad eliminazione diretta. Out Wijnaldum, Dybala, lo squalificato Zaniolo, mentre Mourinho annuncia altre due assenze. “Non giocheranno né Belotti né El Shaarawy”.
Roma con il mal di gol, per Mourinho non è un problema di Abraham finora a segno solo due volte. “È un problema nostro, un problema di squadra. Sono momenti così, in realtà è che a noi servono gol per vincere partite. Se le partite si vincessero per opportunità di gol, le vinceremmo tutte perché siamo primi in questo. Sono dei momenti, qualche volta qualche squadra pagherà, magari faremo quattro gol con quattro palle-gol. L’importante è che noi guardiamo tutto come squadra, non dobbiamo mettere pressione come fate voi, per voi il giocatore A o B deve segnare di più, noi analizziamo il tutto come squadra. Segniamo poco per quanto produciamo, dobbiamo avere più efficacia e arriverà”.
Mourinho dopo il Lecce aveva detto che molti giocatori non capiscono le sue indicazioni. Chiarisce meglio il tecnico. “Per un allenatore parlare dieci minuti dopo la fine della partita non è facile. Dobbiamo avere più disciplina, quando uno o due giocatori perdono questa disciplina in fase offensiva che difensiva c’è un’implicazione in tutta la squadra e a questo livello dobbiamo migliorare. È un anno e mezzo che lavoriamo insieme, abbiamo fatto partite di grande concentrazione e dove abbiamo rispettato il nostro piano di gioco, sono pochissime le partite che abbiamo vinto individualmente o fuori dalla linea di gioco che abbiamo preparato prima”.
Di mezzo alla stagione c’è il mondiale ed una preparazione decisamente atipica. “E’ una cosa di cui si parla già da tanto. Quando abbiamo parlato del Mondiale 4-5 anni fa si diceva questo e ora lo viviamo e viviamo la situazione. Ho imparato a piangere meno di quello che piangevo prima. Ho imparato a vivere con la realtà delle cose. Si può dire che si gioca troppo o dire che i club più ricchi sono privilegiati. Ci sono i ricchi, i poveri e i meno ricchi. I poveri giocano una volta a settimana, i ricchi possono giocare ogni giorno cambiando i giocatori e i meno ricchi sono quelli più in difficoltà perché giocano quanto i ricchi, ma con meno possibilità di cambiare e io sto vivendo questa situazione”.