Coppa Italia, domani Juve-Inter. Allegri: “Dobbiamo provare a vincerla”

Nella foto: Massimiliano Allegri e Giorgio Chiellini

Massimo Ciccognani

ROMA Vigilia di Coppa anche in casa Juve. Dopo Inzaghi, tocca a Massimiliano Allegri affacciarsi in conferenza stampa all’Olimpico. Sereno e convinto dei propri mezzi. “Non sono agitato, domani è una bellissima serata, un derby d’Italia. Giochiamo contro una squadra difficile da affrontare, contro cui abbiamo sempre fatto bene nelle partite precedenti. Ci vorrà lucidità, poi magari il calcio è strano: dopo due minuti magari si sblocca e cambia la gara, l’importante è avere la lucidità di giocare una bella gara”.

Ingresso in Champions con anticipo, domani potrebbe essere la ciliegina sulla torta. “Quando giochi una finale è normale che abbia una importanza grossa, dobbiamo cercare di vincerla”.

Una finale per riscrivere alcune valutazioni sulla sua Juve. “Siamo partiti male, abbiamo fatto una rincorsa e raggiunto un risultato importante: giocare la Champions è un risultato importante, che la Juve ha sempre raggiunto, a fine stagione ci metteremo lì per cercare di migliorare a 360 gradi per cercare di ripartire, certamente più avvantaggiati rispetto a quest’anno. La valutazione è semplice: se vinciamo, dite che va bene. Se perdiamo, che è disastrata. Sono valutazioni che noi non dobbiamo fare: vincere sarebbe bellissimo, ma il percorso di ripartire l’anno prossimo, ai blocchi di partenza, cercando di andare a vincere ed essere competitivi, è qualcosa che dobbiamo fare”. 

Sulla valutazione della stagione, Max replica da par suo. “Cosa conta? Basta essere chiari. Le partite migliori sono state con l’Inter e col Manchester United: vi ricordate il risultato, non le prestazioni. Tornando alla domanda, all’inizio la perdita di Ronaldo a tre giornate dalla fine del mercato non è stata una cosa semplice: io dovevo conoscere la squadra, abbiamo avuto anche delle situazioni durante il percorso, in cui per esempio abbiamo perso Chiesa. Domani sono tutti convocati, a proposito. Abbiamo avuto delle difficoltà, sicuramente il fatto di spingere molto sull’acceleratore… Io ero sereno sul fatto che, passato il turno Champions, la squadra avrebbe cominciato a crescere e così è stato: la società poi ci ha dato una grossa mano a gennaio, prendendo Vlahovic. E da lì abbiamo iniziato una rincorsa importante, terminata con la sconfitta contro l’Inter, una gara che ci dà ulteriore spinta. Domani ci giochiamo la finale: per esserci bisogna arrivarci, altrimenti la si guarda in TV. Si è creata una base di conoscenza fra me e i giocatori, ma anche fra me e la società: di questo sono contento, e sono sereno che l’anno prossimo avremo molte più possibilità per lottare fino in fondo per quello che è l’obiettivo principale, cioè lo scudetto, per arrivare a marzo nelle migliori condizioni. Ora abbiamo la Coppa Italia: portarla a casa sarebbe carino, poi avremo le ultime due partite e dovremo cercare di finire la stagione al meglio per poter programmare subito la prossima”. 

Allegri può diventare il tecnico più vincente in Coppa Italia. Si quelli più bravi, non ha dubbi. “Per me sono quelli che vincono: Ancelotti, a cui rinnovo i compimenti. Capello, Lippi, Sacchi, Trapattoni hanno fatto la storia del calcio italiano. Carlo è l’unico che allena ancora e due anni fa era stato dato per finito, ma non è così: in Italia ci sono tanti bravi allenatori, giovani, che possono avere la possibilità di allenare una grande squadra. Però è diverso, anche se sembra uguale, allenare una grande squadra e giocare per vincere dall’allenare una squadra medio-piccola. E non parlo di tattica: ci sono tanti allenatori che allenano in Serie D o in Eccellenza, che sono molto preparati, come tutti in Italia, e sono molto bravi a livello tattico. Fare l’allenatore è molto di più, è una roba molto più grossa, che non è scritta in nessun libro. È come madre natura t’ha fatto: se ce l’hai ce l’hai, ma questo vale nel calcio come in qualsiasi professione. Ci sono le categorie, piaccia o non piaccia. E quelli che vincono sono i più bravi”. 

Ha toccato ripetutamente il fiocco verde della Coppa, ma non è scaramanzia. “No, sono soltanto ordinato. Non sono scaramantico, cerco di contornarmi di persone positive. Non parlo di virus, eh. Le persone tristi mi danno fastidio”. 

Sulla formazione ancora dubbi. “Qualcuno ne ho, domattina o domani pomeriggio bisogna che lo dica, sennò poi ci si chiede chi gioca. Chiellini gioca sicuro, Perin uguale: gli altri vediamo”. 

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