Qatar 2022. Infantino, dall’appello a Putin al Mondiale: “Tecnicamente sarà il migliore. Triste senza l’Italia”

Nella foto: il presidente della Fifa Gianni Infantino

Massimo Ciccognani

DOHA (QATAR) E’ un Gianni Infantino che corre veloce, pronto a dare il calcio d’inizio al mondiale invernale in Qatar, ma con la sguardo già proteso al futuro, tanto da annunciare al Congresso Fifa, di ricandidarsi alla presidenza della Fifa il prossimo anno. “Correrò per la rielezione”. Infantino ha preso in mano la Fifa nel 2016 ed ha già portato grandi cambiamenti al mondo del calcio. Ma il futuro è adesso. Infantino ha anche voluto puntualizzare la posizione sulla possibilità di giocare il mondiale ogni due anni. “Organizzare le competizioni internazionali è il nostro obiettivo. Portano progresso, lo sappiamo tutti. Il nostro obiettivo è organizzare competizioni aperte a tutti. Voglio però chiarire una cosa in merito alle discussioni sul Mondiale biennale: la Fifa non ha proposto un Mondiale biennale. Il Congresso Fifa ha chiesto uno studio di fattibilità. Abbiamo concluso che è fattibile, che sicuramente avrebbe delle ripercussioni, ma detto questo inizia la prossima fase: cioè, quella delle consultazioni, della discussione, della ricerca di accordi e compromessi. Le federazioni, le leghe, i club, i giocatori sono tutti presenti qui e lavoriamo tutti insieme, cerchiamo di trovare la soluzione migliore per tutti. I grandi vogliono diventare sempre più grandi, i piccoli devono crescere altrettanto. Dobbiamo trovare un bilanciamento e un equilibrio con tutti, a partire dai club. Penso che ci siano modi di trovare accordi e compromessi”.

Passaggio obbligato sulla guerra in Ucraina, con Gianni Infantino che fa appello a Vladimir Putin chiedendo di fermare la guerra. “Nel 2018 abbiamo portato il Mondiale in Russia, ed è stato un grande Mondiale, sportivo e culturale. Ma ovviamente non ha risolto i problemi del mondo. Non ha nemmeno risolto i problemi della regione. Non ha creato una pace duratura. Ma quello che voglio dire ora è che una volta che questo terribile conflitto sarà finito, e tutti gli altri conflitti nel mondo, si spera che il calcio possa svolgere un piccolo ruolo nella ricostruzione delle relazioni, nello stabilire pace e comprensione. Il mio appello a tutti coloro che hanno un po’ di potere, in posizioni politiche importanti, vi prego di fermare i conflitti e le guerre. Dobbiamo dialogare anche con il vostro peggior nemico. Dobbiamo imparare di nuovo a vivere insieme”.

E poi, sotto con il Mondiale in Qatar, che molti avrebbero voluto non giocare per tanti motivi. A cominciare dai diritti umani. Infantino è chiaro. “La decisione è presa e poi se ci guardiamo indietro tutti i cambiamenti che sono avvenuti sui diritti umani e i diritti dei lavoratori non sarebbero avvenuti così velocemente se non ci fosse stata l’organizzazione del Mondiale. Qualcuno sostiene che manca la tradizione. E chi l’ha detto? Il pallone è di tutti ed è giusto andare ovunque. Credo invece che sarà fantastico per i tifosi e per i giocatori a livello logistico, perché non vi sarà praticamente nessuno spostamento. E poi si giocherà nel momento migliore dell’anno perché i giocatori saranno al picco delle loro performances, non arriveranno stanchi dopo una stagione logorante. Penso che possa essere tecnicamente il miglior mondiale di sempre”.

Da un mondiale all’altri, dal Qatar a quello per club. “Doveva giocarsi nel giugno-luglio 2021 ma poi la pandemia e il posticipo di Copa America e UEFA Euro 2020 ha fatto slittare il torneo. Non abbiamo ancora fissato una data. L’attuale format del Mondiale per club non è né attraente né inclusivo. So che il calendario è congestionato ma allo stesso tempo cercheremo di trovare una o due settimane. Ad eccezione dell’Europa il Mondiale per Club è molto importante e dobbiamo studiare il format migliore, ma posso dire che se non ci saranno proposte migliori l’idea è quello di giocarlo nel mese di giugno ogni 4 anni”.

L’ultima la dedica all’Italia, per il secondo mondiale di fila fuori dalla massima competizione. “E’ molto triste, mi sento molto triste perché sono emozioni uniche. Per un bambino sono emozioni intense che ti fanno innamorare del calcio. Sarà un bellissimo mondiale, con il clima giusto, stadi raccolti nello spazio massimo di cinquanta chilometri, stadi all’avanguardia. Sarà bellissimo”.

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