Sognare, amare

Salvatore Savino*

L” amore vero, puro, quello per cui l’anima é in tumulto, quello che non ci fa dormire la notte, quello per cui siamo disposti ad ogni sacrificio, quello che ci fa sentire in grado di camminare ad una spanna dal suolo, dove si é nascosto? Quello che fa cantare ad Eduardo De Crescenzo :” dove devo cercare, ancora quanta solitudine, che inferno devo passare? Dietro quale squallida stazione? Dietro che maledettissimo portone? Dove sei, mio grande amore? “.

Quello che ci fa abbracciare ad uno sconosciuto per un gol, quello che ci fa piangere di gioia ripensando ai nostri cari che non ci sono piu’ quando il Napoli vince un trofeo…dove sta quell’amore ?

Quell’ amore a volte folle, costruito su un sogno, che sa di lottare per

 l’ impossibile ma é la’, esiste, lo senti sulla pelle, lo nutri di attese, di passione, di piccoli squarci di meraviglia tra interminabili giorni di grigio. Dove é andato a nascondersi? Quel profumo di salsiccia e friarielli nei panini di mamma’ , condivisi a strappi sugli spalti quando alla partita mancavano ancora due ore, che fine ha fatto? E quel raggio di sole che ci accecava quando, nei Distinti, migliaia di mani si portavano alla fronte a far da visiera, come immaginario berretto di ogni surdato nnammurato che si rispetti, dove é andato a finire? Sembra fuggito, quel raggio di sole, forse ha preferito addormentarsi dietro l’orizzonte, come ad ovest all’ora del tramonto, ha preferito non essere presente ora che quell’amore non c’è piu’, anche lui nascosto per il dispiacere. Gli innamorati hanno lasciato il posto agli allenatori senza patentino, ai contabili senza titolo, ai contestatori di professione, a quelli che…nuje amma vencere, a quelli che non hanno mai parcheggiato fuori al Rione Lauro e se la sono fatta a piedi ma vogliono il posto comodo, a quelli che riescono persino a pranzare prima della partita (cosa impossibile per un innamorato vero), a quelli che invece di sperare nella vittoria quasi gongolano nel criticare la squadra, a quelli che addirittura si preparano le critiche nei giorni precedenti, quasi attendendo con subdolo piacere che le cose vadano male per parlare.

Domenica scorsa, con il Milan, tutti accanto alla squadra, prima che la partita avesse inizio. Grandi ritorni sugli spalti, sciarpe, canti e cori, tutti uniti che quasi quasi…si poteva captare nell’aria il fragrante odore dei friarielli.

Man mano, tutto é andato a scemare: i cori si sono affievoliti, i canti hanno lasciato il posto agli inni dei rossoneri dal loro settore, e, poco alla volta, sono emersi dai loro nascondigli i delusi, i maghi dell’ io lo avevo detto, e quelli che la sertimana precedente all’Olimpico avevano urlato a squarciagola la reazione di carattere degli azzurri che avevano ribaltato la partita, con lo stesso impeto hanno cominciato a sbraitare che a questa squadra mancano gli attributi…

Ma l’amore dov’è?

Se il Napoli , oggetto del nostro amore ormai solo dichiarato ma non più espresso nei fatti, potesse esprimere a parole il suo sentire, forse userebbe le parole sul distacco di una grande poetessa russa ( mai come adesso é importante far sapere a tutti che la Russia e’ anche la patria di enormi scrittori e poeti, non solo di un guerriero tiranno), Anna Achmatova :

” Ho davanti la via isoscele della sera.

Già ieri, innamorato, supplicava : non dimenticarni.

E adesso solamente i venti e i gridi dei pastori e i cedri agitati

sopra fresche fontane. “

Dov’è il grande amore per il Napoli? É quello che manca, è quello che non ci fa piu riconoscere come il tifo più caldo d’Italia.

Mancano dieci partite, e possono essere dieci vittorie. Gli innamorati ci credono, e solo loro hanno diritto di parlare. Per parlare dell’amore occorre essere innamorati, altrimenti si può commentare, ma non sentendosi parte di un amore. Si sta fuori, in disparte, e si discute quanto si vuole. Amare é un’ altra cosa.

Voglio parlare di tattica, di tecnica, di mercato e di bilanci, ma non adesso. Adesso voglio amare , e credere che possiamo ancora vincere.

Faccio mie le parole di Peppino di Capri :

” C’è chi mi dice che son folle o che sono fortunato, perché chi sogna delusioni non ne ha…

Che vuoi che sia, se al mondo resto solo…

un sognatore..”

Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso del Napoli

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