La Superlega non è morta anzi, il contrario, almeno nelle intenzioni di Barcellona, Juventus e Real Madrid in attesa della sentenza della Corte Europea sapendo di avere molte possibilità che il loro ricorso possa essere accolto, dal momento che la UEFA è di fatto un monopolio e che la concorrenza è la base del libero mercato. In più Ceferin, al di là delle parole dure usate verso i promotori dell’iniziativa, ha ufficializzato il fatto che i club possano essere liberi di creare una nuova manifestazione europea, anche se verrebbero espulsi dalle manifestazioni della Uefa. La Super League, insomma, si farà, anche se con regole diverse da quelle originarie. Non è previsto, per esempio, nessun membro permanente. Le squadre si qualificheranno alla manifestazione in base ai risultati ottenuti in campionato. I club partecipanti saranno 20, con meccanismi di promozione e retrocessione, visto che è prevista una seconda lega sempre a 20 squadre. Si cercherà, poi, di ridurre il più possibile il numero delle gare per non intasare troppo il già fitto calendario internazionale.
Lo ha detto e ribadito più volte Andrea Agnelli: “Bisogna ripensare il futuro del calcio in UE”. Insieme con Florentino Perez e Laporta, il presidente bianconero sta portando avanti una battaglia che si basa su alcuni concetti chiari, che la Corte Europea non potrà non prendere in considerazione. I punti fermi dei promotori si basano sul fatto che il sistema del calcio continentale, così com’è, non funziona più e il ruolo della Uefa continua a creare conflitti strutturali. In più ci sono situazioni ormai insostenibili, come quelle che riguardano i legami sempre più stretti di alcuni proprietari di club con Stati non membri e il fatto che le squadre di grandi città, che si trovano in Stati membri più piccoli, non possano competere nell’attuale modello UEFA. Tutte considerazioni che, unite alla nuova struttura del progetto, fanno propendere per una visione ottimistica sul futuro della Superlega.