Idee chiare e voglia di far bene. Sergio Oliveira, il secondo acquisto della Roma dopo Dopo Maitland-Niles, non si nasconde e lo dice apertamente. Ad introdurre il neo giallorosso, come sempre, il gm Tiago Pinto. “Come ho detto ieri, siamo qui per Sergio. La vita è così, ci sono tanti cambiamenti. Due anni fa nessuno poteva pensare che saremmo stati tutti qui insieme dopo aver giocato tante volte contro. Bisogna avere calciatori pronti a gennaio, Sergio non ha bisogno di presentazioni. Ha una statura internazionale che conoscete e aveva grande voglia di venire qui”. Ed eccolo il nuovo giallorosso.
La Roma si aspetta di aumentare la personalità, te la senti di portare una mentalità vincente?
“Rispondo in portoghese, ma l’italiano lo imparerò. Ho dimostrato il mio valore, arrivo in età matura e voglio aiutare la Roma dentro e fuori dal campo. Il mister è abituato a vincere e a giocare con grandi calciatori che la Roma ha. Io mi sento uno in più per aiutare la Roma a raggiungere i suoi obiettivi”
Ti aspetti di diventare il rigorista della squadra vista la tua freddezza e i problemi della Roma quest’anno?
“Calcio molto spesso i rigori, ma spetterà a Mourinho decidere. Ci sono giocatori di personalità come Veretout e Pellegrini, poi tutti possono sbagliare. Calciare un rigore significa assumersi una responsabilità”.
Cosa ti ha convinto a venire alla Roma?
“Sono un calciatore a cui piacciono le sfide. Sono grato al Porto per avermi portato a questi livelli. Venivamo da 5 anni insieme e al termine della scorsa stagione avevo voglia di una nuova esperienza. Non ho paura della formula del prestito, devo dimostrare il mio valore in partita e in allenamento per restare qui a lungo”.
Tornare in Nazionale ti ha spinto a scegliere la Roma?
“Il mio obiettivo è tornare in Nazionale. Il selezionatore lo sa. Il Portogallo deve vincere la prima partita, poi forse affrontare l’Italia e ha tutte le carte in regola per giocare il prossimo mondiale”.
Sull’Italia come possibile avversario del Portogallo ai playoff per il Qatar
“Il Portogallo prima deve vincere una gara e poi forse l’Italia, ma abbiamo tutte le carte in regola per giocare il Mondiale”
Qual è il tuo ruolo preferito?
“La mia posizione ideale è in un centrocampo a tre il ruolo di numero 8, quando gioco a due posso agire anche più arretrato. Poi sono a disposizione del mister”.
Hai avuto 5-6 squadre dove sei andato in prestito, come mai sei esploso così tardi?
“E’ normale il mio percorso. Non tutti siamo Mbappe a 20 anni. E’ stata una crescita graduale, ho imparato tanto sia fuori che dentro il campo. Oggi mi sento completo e non cambierei nulla nel mio percorso”.
Che idea ti sei fatto della Roma dopo averla affrontata quest’estate? Che obiettivi può raggiungere?
“E’ stata una semplice amichevole estiva, servono ad elevare la forma fisica. Ho stretto rapporto con Pellegrini in quell’occasione e ho continuato a seguire la squadra. La Roma può raggiungere grandi obiettivi, ma bisogna concentrarsi una partita alla volta, a partire da domenica, senza avere troppe pressioni esterne”.
Perché il 27 come numero di maglia?
“E’ sempre stato il mio numero, mi piace”.
Cosa ti ha colpito di questi giorni a Trigoria?
“La qualità della squadra. E’ un posto dove si lavora bene e le infrastrutture sono eccellenti. Abbiamo cominciato a lavorare, ma già seguivo la Roma. Vedendola da fuori un calciatore capisce quali sono i movimenti da fare in campo. Con il passare del tempo mi sentirò sempre più mio agio.”