Il pallone non può attendere, deve continuare a rotolare, come previsto dal regolamento. E poco importa se la Salernitana sia stata costretta dalla Asl a rinunciare alla trasferta di Udine e domani non potrà scendere in campo in casa contro il Venezia in quanto bloccata dalla sanità campana. Poco importa se Torino, Udinese e Bologna sono state poste in quarantena fino al 9 gennaio e quindi impossibilitate a giocare le prossime due partite ravvicinate. E il Napoli che è partito da Capodichino senza allenatore e cinque giocatori ed altri tre sono stati posti in quarantena preventiva in quanto a contatto stretto con i positivi, ma che possono giocare evitando “contatti civili”. Queste le situazioni più allarmanti, ma dalle altri parti, anche se i numeri non sono così impietosi, la situazione non è delle migliori. Una partita che la sta vincendo il Covid, con l’esagerato numero di contagiati che da Natale sta letteralmente falcidiata dal virus. La Lega calcio è stata chiara, si gioca e basta. Ci sono delle regole e vanno rispettate anche se per qualcuno sono regole capestro. Chi non sarà in grado di scendere in campo, chi lo farà con i calciatori contati. In serie A sono oltre cinquanta i calciatori positivi, ma la volontà è quella di andare avanti. Perché il pallone deve continuare a rotolare. Costi quel che costi.
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