Dal fumo del barbecue spunta il Belgio: Ronaldo eliminato

Robert Vignola

Davanti al barbecue l’Italia vede il Belgio prevalere a Siviglia sul Portogallo, sbattendo fuori i campioni in carica. Pronostico rispettato e ai quarti sarà partita al limite del proibitivo, anche se impresa non impossibile: a cercarne i difetti al lanternino, la squadra di Martinez è parsa un po’ a corto di idee e dovrà peraltro tastare il polso alle condizioni di De Bruyne e Hazard, usciti malconci, e a un Lukaku sotto tono rispetto al solito.

Cronaca. Primo squillo di Diogo Jota che aggancia in area avversaria ma calcia a lato. A prevalere è la tattica, con il centrocampo del Belgio preoccupatissimo di fare densità per raddoppiare all’occorrenza oppure verticalizzare sulle ripartenze. Diavoli rossi che si fanno notare con una combinazione tra Lukaku e Thorgan Hazard, conclusa da quest’ultimo alta. Cristiano Ronaldo si vede al 25′: violenta punizione che costringe Courtois ad una complicata respinta. A pochi giri dall’intervallo, ecco Thorgan Hazard: riceve da Meunier e scarica il destro da oltre venti metri, rompendo l’equilibrio del match.

La ripresa si apre con De Bruyne che lascia il campo acciaccato a Mertens e il Portogallo che fa salire il suo motore: Ronaldo inventa sulla sinistra, scambia e serve al centro Diogo Jota che calcia alto di pochissimo. Il Belgio quando si distende si mantiene pericoloso. Dialogano gli Hazard, conclude Lukaku sul fondo. I lusitani crescono, con una girandola di sostituzioni e CR7 che smania per creare pericoli. Per due volte Andre Silva ci prova: la prima di testa è fuori bersaglio, la seconda in scivolata trova i riflessi di Courtois in uscita. Tra queste due occasioni, Ruben Dias devia di testa in braccio all’estremo belga e l’altro nuovo entrato Guerreiro di prima intenzione dal limite calcia di destro: stavolta il portiere è battuto, ma il palo strozza l’urlo in gola agli iberici. Il Belgio potrebbe apparecchiarsi il raddoppio con almeno tre contropiedi lampanti, ma la gestione di Lukaku e Carrasco non è all’altezza di un raddoppio che sarebbe stato comunque punizione troppo severa per i campioni d’Europa.

P