Juve e Toro, pari e contenti

La cosa più bella del 198° derby della Mole avviene a metà primo tempo: è lo striscione “Onore ai caduti di Superga” che i tifosi della Juventus espongono alla vigilia dei 70 anni della tragedia che tolse al calcio e alla storia il Grande Torino. È un bel messaggio, il secondo dopo una giornata che ha visto per la prima volta un esponente della società bianconera partecipare alla commemorazione per la tragedia del 1949. 

In campo, finisce 1 contro 1. Il Toro si deve accontentare di un punto in uno stadio che, anche a campionato già vinto, sarà terreno di battaglia ostico per chiunque. Un punto solo, nonostante un vantaggio durato 85 minuti: i ragazzi di Walter Mazzarri partono bene e trovano il vantaggio al 17′ con Sasa Lukic, titolare un po’ a sorpresa, che capitalizza al meglio un assist involontario e abbastanza comico di Miralem Pjanic. La Juve gioca di pancia, più che di testa, i granata non riescono a chiudere la partita. E così è Cristiano Ronaldo, già in gol all’andata, a mettere il suo sigillo sulla stracittadina: a un soffio dal triplice fischio, come è nella storia di questa partita, il portoghese decolla sotto lo sguardo di un Bremer estasiato e imbambolato. Stoccata aerea, marchio di fabbrica e Sirigu battuto. Un pari che per il Toro sa di beffa: la vittoria avrebbe avuto un sapore particolare, alla vigilia del 4 maggio. Ma è anche un pari che non compromette nulla, in ottica Europa. 

Tante assenze per i bianconeri, costretti a fare a meno anche di Emre Can. In campo, di conseguenza, vanno sostanzialmente quelli che ci sono, con Spinazzola come terzino sinistro. In attacco, c’è Moise Kean al fianco di Cristiano Ronaldo. Mazzarri scioglie in favore di Bremer il ballottaggio difensivo con De Silvestri, che agisce invece da esterno destro a centrocampo. In avanti non ha recuperato Iago Falque: tocca a Berenguer agire alle spalle di Andrea Belotti. Out a sorpresa Baselli, con Lukic e Rincon a centrocampo. Meité avanzato sulla trequarti.

I bianconeri partono in quarta, più di tutti Kean che ha voglia di mettersi in mostra e apre spazi invitanti per Ronaldo. Però è il Torino a fare paura: all’undicesimo De Silvestri mette un bel pallone in area, che Belotti non riesce a correggere oltre Szczesny. L’assist migliore è quello che sforna Pjanic: al 17′ il bosniaco controlla malissimo una rimessa laterale di Cancelo e lascia il pallone a Lukic. Niente di più facile per il centrocampista serbo, lanciato titolare da Mazzarri: piattone a giro alle spalle del portiere della Juve, 1-0 Torino.

La reazione bianconera ha le caratteristiche di un assalto all’arma bianca, senza troppa razionalità. Kean e Ronaldo cercano ma non trovano la porta da ogni posizione, mentre a rendersi pericoloso è nuovamente il Torino, con una gran conclusione da fuori di Berenguer, che salta secco Szczesny ma manda alto di poco. All’intervallo, il vanntaggio degli ospiti è più che meritato, e Allegri non può far altro che studiare le contromosse.

Il tentativo del livornese, vista la panchina senza grandi alternative, è quello di passare al 4-2-3-1. Una mossa che non paga, e la Juve si affida a iniziative estemporanee: non dà i suoi frutti quella di Spinazzola all’ora di gioco. L’esterno s’inventa una progressione palla al piede da sinistra a destra stile Ronaldo, la botta dal limite non trova la porta difesa da Sirigu e finisce alta come altri due tentativi di un Cuadrado non particolarmente ispirato. 

Il derby scivola via, col Torino che corre tanto ma non crea grossi patemi agli avversari e la Juve che varia continuamente la propria disposizione in campo senza sconquassare la partita. Girandola di cambi: via Cuadrado (fischi per il colombiano) da un lato, Lukic e Berenguer dall’altro. A cinque minuti dal 90′ ecco il timbro del campione: Cristiano Ronaldo, già a segno nel derby di andata, decolla su cross di Spinazzola da sinistra. Bremer ammira estasiato, al portoghese non serve neanche dare forza al colpo di testa per battere Sirigu. È 1-1, è un gol che sulle spalle del Toro pesa parecchio: Mazzarri prova la carta Zaza per dare la scossa, ma finisce così. 

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