dall’inviato Massimo Ciccognani
SAN PIETROBURGO La bellezza della finale. Ci torna la Francia che alla Zenit Arena doma un bellissimo Belgio. In finale va la Francia, pratica, umile, concreta, non bellissima, ma di questi tempi ci si può pure accontentare. Batte di misura il Belgio grazie ad un gol nel primo tempo di Umtiti. Partita non bellissima e forse non poteva esserlo vista la posta in palio. Meritava qualcosa di più di più il Belgio che a tratti ha giocato meglio, ma senza riuscire a graffiare. Francia che prende l’aereo per Mosca e vola alla finalissima del 15 luglio. Tensione altissima allo Zenit Stadium per questo Francoa-Belgio che promette emozioni e spettacolo. Nella Francia un solo cambio, il ritorno di Matuidi squalificato contro l’Uruguay al posto di Tolisso, mentre nel Belgio non c’è sempre squalifica Meunier con Martinez che sceglie di adattare su quella fascai di campo Dembelé. Partita speciale per Thierry Henry, una vita coi Blues ma che oggi ricopre il ruolo di assistente di Roberto Martinez. Henry, mondiale nel 98 a Parigi, oggi contro la sua vita, la sua storia. Francia col 4-3-3 con la freccia Mbappè e Griezmann ai lati di Giroud, in mezzo Matuidi, Kantè e Pogba, davanti a Lloris il quartetto formato da Pavard, Varane. Umtiti ed Hernandez. Belgio che invece risponde con il classico 3-4-2-1 con Lukaku unica punta, Chadli gioca a destra con Dembelè in mezzo insieme a Witsel e Fellaini, con Hazard che si prende la fascia sinistra ma bravo a partire da dietro per aprire gli spazi, De Bruyne a ridosso del gigante buono Lukaku. Courtois tra i pali e terzetto davanti a lui formato da Alderweireld, Kompany e Vertonghen. Arbitra l’uruguagio Andres Cunha. Possesso Francia in avvio con Vertonghen che deve arrotare i bulloni per tenere Mbappé: sarà questo uno dei match cardini della sfida ma il belga entra subito in partita. Ma è un avvio bellissimo tra due squadre che amano giocare al calcio. Hazard strappa a sinistra con una regolarità impressionante, De Bruyne palla al piede è un piacere per ghli occhi. chiuso in una morsa Lukaku e per questo i belgi cercano gli esterni anzichè le vie centrali. Dalla parte opposta una scheggia impazzita, ovvero Mbappé che quando parte non fa sconti a nessuno, Griezmann parte da dietro per accompagnare l’azione e provare l’uno contro uno per mandare fuori binario la retroguardia belga, impressionante come al solito Kantè. Non c’è un attimo di tregua e ad esaltarsi sono i due portieri. Ritmi comunque bassi. Courtois si esalta su Mbappé chiudendo in tempestiva uscita, De Bruyne la mette di poco fuori, poi è Hazard a dare l’illusione del gol con un destro a giro sul quale si immola Varane. Il Belgio sembra giocare meglio, con meno patemi, ma la Francia è lì, sorniona controlla e tiene botta. Giroud perde il coordinamento al momento del tiro dopo una percussione di Mbappè. Pavard ci riprova, ma è attento Courtois. Primo tempo sotto il segno dell’equilibrio, logorato dal troppo tatticismo, con Francia e Belgio che si sono equivalse in tutto. Nell’intervallo in tribuna servono coperte per riscaldarsi da una serata niente affatto estiva e tipicamente invernale. Oppure servirebbe un gol. Chiamato. E nasce da palla inattiva. Angolo a rientrare di Griezmann, svetta su tutti la testa di Umtiti, il gigante del Barcelona, stacco vincente e palla in rete: Francia avanti quasi da nulla. Adesso sarà un’altra partita, con il Belgio chiamato a recuperare e la Francia che può sfruttare al meglio l’arma del controgioco con Courtois che deve esaltarsi per deviare su Giroud liberato da un colpo di tacco mostruoso di Mbappè. Fuori Dembelè, adesso il Belgio torna all’originale e dentro il folletto napoletano Mertens che regala subito brio alla formazione di Martinez che a destra non ha mai sfondato. Fellaini di testa la manda fuori di un niente sull’ennesimo centro di Mertens. Straripante il suo ingresso in partita. Ma la Francia è sorniona, Matuidi sale in cattedra e si prende la scena. Tema tattico cambiato, ovviamente, col Belgio a spingere e Francia ad approfittare delle ripartenze. Hazard avanza il baricentro. La bellezza del Belgio, la concretezza della Francia, come al solito cinica e brava a capitalizzare quello che il match offre, ma anche brava a stringere i denti e soffrire quando il gioco si fa duro. Maglie che si stringono e si allargano a secondo del movimento dell’avversario. Quindici alla fine e il tema tattico non cambia, col Belgio a cercare il pari, magari anche a scoprirsi e la Francia ordinata, raccolta nello spazio di un fazzoletto, a tenere il campo con sufficiente disinvoltura, con la giusta rabbia e determinazione. Entra Carrasco, fuori Fellaini, per un Belgio a trazione anteriore. Hazard fa una cosa pazzesca, parte da lontano, si infila tra le maglie della retroguarda francese poi, palla Witsel , gran destro da fuori ma Lloris risponde presente. Cambia anche Deschamps, fuori Giroud, dentro Nzonzi per un contenimento più concreto in mezzo visto che alla fine ne mancano appena cinque. Fuori Matuidi per infortunio, dentro Tolisso e adesso è la stessa Francia che ha battuto l’Uruguay. Il Belgio affretta i tempi, forcing finale tutto nella metà campo francese. Hazard gioca da solo, si prende una punizione dai venticinque metri, la palla che danza nell’area piccola francese, ma non vuole entrare. Lo meriterebbe adesso il Belgio che spinge ventre a terra. Sei di recupero per le speranze dei Diavoli Rossi di rientrare in corsa, sei per la Francia per ritrovare una finale mondiale. Mbappé emula Neymar, ostacola una rimessa belga poi finisce a terra e, giustamente, si prende il giallo. Ma tutto fa brodo per una Francia che sente vicinissimo il traguardo anche se Mbappé si divora un contropiede che poteva chiuderla. Marcature saltate, tutti contro tutti negli ultimi spiccioli di gara. Che partorisce il nulla. Vince la Francia che vola a Mosca per la finalissima del 15 luglio in attesa di conoscere domani se l’avversaria sarà la Croazia oppure la Francia. Torna a casa proprio alla porta della finale il Belgio che ha giocato un grandissimo mondiale. E con un pizzico di rammarico. Ma nel calcio vince chi segna. La Francia appunto.