Francesco Cortellessa *
Non è stata una trasferta gioiosa per la Lazio quella di Torino, a differenza dello scorso anno. Lo ha ribadito anche un deluso Simone Inzaghi nella conferenza stampa post-match, che si aspettava qualcosa in più dai suoi giocatori, quella sana arroganza che lo scorso anno ha portato i suoi ragazzi a conquistare i 3 punti sul campo più difficile d’Italia. In questa primissima fase del campionato però, la Lazio non ha risposto presente. La sfida contro la Juventus, per tantissimi motivi, aveva scarsissime possibilità di essere l’occasione per cancellare lo zero dalla casella dei punti fatti e le aspettative si sono presto trasformate in realtà. Rimane l’amaro in bocca, perché i giocatori hanno dimostrato quantomeno di volerci provare, nonostante una forma fisica non ottimale. Sono nuovamente mancate però le due spalle di Ciro Immobile, ovvero Milinkovic-Savic e Luis Alberto, che non sono mai riusciti veramente a essere incisivi, mandando in difficoltà anche l’attaccante napoletano, servito poco e male e mai in grado di destare pensiero ai suoi compagni in Nazionale Bonucci e Chiellini. Inzaghi nonostante l’ormai acclarato ritardo di condizione di alcuni dei suoi giocatori, continua ad insistere sulle sue scelte, sia tattiche, che di uomini. Una di queste scelte sembra aver pagato: parlo di Wallace, la prestazione di sabato è stata assolutamente di alto livello. Il brasiliano è riuscito a neutralizzare il fenomeno Cristiano Ronaldo, che solo nel secondo tempo è riuscito a creare qualche occasione pericolosa. L’augurio è quello di aver ritrovato finalmente il Wallace della prima stagione in biancoceleste, un difensore che ha dimostrato di avere un’abile capacità in marcatura, con il brutto vizio di prendersi delle pause non concesse ogni tanto. È stato probabilmente determinante il lavoro di Inzaghi sulla testa del calciatore, che lo ha fatto sentire costantemente tra le prime scelte quest’estate, nonostante molte volte la logica avrebbe portato a scegliere difensori più affidabili come Luiz Felipe o Caceres. Altra buona notizia è stato l’ingresso in campo del Tucu Correa. L’argentino sabato è entrato in campo ad una ventina di minuti dalla fine sostituendo Luis Alberto (che personalmente avrei tenuto in campo, sostituendo invece Milinkovic-Savic che in questo momento è quello che più di tutti è in evidente difficoltà fisica), ed è parso da subito voglioso e intraprendente, cercando con insistenza di saltare l’uomo e crearsi dei buoni spazi. Questo scampolo di partita giocato da Correa potrebbe mettere in difficoltà l’allenatore per la partita di domenica contro il Frosinone, match che a questo punto diventa imperativo vincere. E’ chiaro che l’attacco biancoceleste ha bisogno di forze fresche, e il Tucu può essere la risposta giusta, magari partendo da titolare al posto del Sergente, oppure giocando sia al fianco del serbo che di Luis Alberto alle spalle di Ciro Immobile, con un assetto molto offensivo ma che porterebbe ad un necessario cambio di modulo, che Simone Inzaghi però non sembra minimamente intenzionato ad apportare. C’è bisogno dunque della miglior Lazio possibile contro un Frosinone voglioso di riscattare anch’egli un pessimo inizio di stagione. Servirà soprattutto un fondamentale apporto dagli spalti, perchè la Lazio ora più che mai ha bisogno dei suoi tifosi, ed è necessario restare tutti uniti verso un unico obbiettivo: rilanciarsi e conquistare ciò che inaspettatamente e (concedetemelo) ingiustamente ci è stato sottratto. La Lazio vuole l’ingresso in Champions League, i suoi tifosi anche. Tutto questo non può che passare dalla spinta del pubblico biancoceleste, e Domenica sera è l’occasione giusta per ripartire, tutti insieme. Con l’ala tesa a gloria e vittoria.
* tifoso Lazio