Ci siamo. Uno dei Mondiali più equilibrati di sempre sta per giungere all’atto conclusivo. Domenica sapremo chi tra Francia e Croazia alzerà al cielo la Coppa del Mondo. Non ci poteva essere occasione migliore per la rivincita croata dopo la semifinale contro la Francia nel 1998. I biancorossi diventeranno la seconda nazione più piccola ad aver mai disputato una finale Mondiale dopo l’Uruguay mentre i francesi, tornano a giocarsi il trofeo dopo l’indimenticabile 2006 per noi italiani. Oltre ai dati, alle statistiche e al prestigio, entrambe le nazionali negli ultimi anni hanno cambiato mentalità al fine di far crescere in modo esponenziale il calcio nei loro paesi. La Francia dopo aver steccato clamorosamente ai Mondiali del 2010 e non essersi spinta oltre ai quarti degli Europei del 2012, ha iniziato un ricambio generazionale. La Francia attuale a livello quantitativo, è una delle migliori di sempre per quanto riguarda la produzione di giocatori e di talento. Basti pensare che gente come Benzema, Coman, Rabiot e Lacazette è rimasta a casa. Senza considerare poi gli altri giovani prospetti. Ma come è possibile una tale creazione di tanta qualità e quantità? In Francia ci sono dei centri sportivi specifici per la formazione dei ragazzi chiamati Centres de formation, alcuni dei quali gestiti direttamente dalla Federcalcio francese. Entrando nel dettaglio, più che centri sportivi si tratta di centri totali. In questi impianti oltre alla coltivazione del talento, si contribuisce a “sviluppare” i valori umani. Questi centri sono dotati ovviamente di scuole frequentate dal giovane calciatore durante la settimana mentre nel weekend, i ragazzi tornano dalla famiglia. Inoltre si insegna fin da subito la professionalità trasmettendo regole ferree e rigide. Molti dei giocatori attuali francesi sono stati formati in questi centri che si trovano anche fuori dal territorio nazionale. Oltre alla disciplina, in patria si è puntato sempre di più sul calcio. Gli Europei del 2016 ne sono una dimostrazione sia a livello di organizzazione sia a livello di impiantistica. Ovviamente parlando del campo, Deschamps è riuscito a dare solidità ad un gruppo già forte di suo. Mbappè a soli 19 anni sta stupendo il mondo supportato dal solito Griezmann e dal lavoratore Giroud. A portare in finale i blues, è stato anche il centrocampo formidabile: Kanté, Pogba e Matuidi hanno formato un terzetto fantastico capace di imprimere la giusta incisività. In porta l’affidabile Lloris autore di grandi prestazioni di sicurezza mentre la retroguardia è stata affidata alla coppia collaudata Varane e Umtiti supportati da Pavard ed Hernandez. Dopo 20 anni Deschamps vuole alzare nuovamente la Coppa, questa volta non da capitano ma da allenatore.
I punti di forza della Croazia sono da individuare innanzitutto nel DNA. In quasi tutti gli sport grazie ad una determinazione e ad una tenacia incredibile, i croati sono migliorati mantenendo la loro storica abnegazione ed il loro carattere ostico. Se pensiamo alla carenza di fondi economici dei molti club croati e alle criticità degli impianti, rimane difficile pensare a risultati cosi importanti. Tra i fattori che contribuiscono ad un innalzamento del livello, c’è senza alcuna ombra di dubbio il settore giovanile soprattutto quello della Dinamo Zagabria dove sono stati formati talenti cristallini. Aspetto (proprio per la carenza economica) sul quale i croati hanno sempre puntato mirando ad una preparazione atletica dettagliata e dura fin da giovanissimi. Il temperamento dei calciatori come anticipato, influisce su questo percorso di crescita. Spostando l’attenzione sul calcio giocato non si può negare che questa generazione sia fortissima. Una nazionale fisica e con un perfetto mix di qualità e quantità che vede come faro Modric. Il centrocampista a detta di molti più forte attualmente, illumina il gioco grazie alle sue deliziose ed eccelse giocate (vedere i suoi passaggi con l’esterno e i suoi spunti filtranti) ed è davvero una goduria per gli amanti di calcio. Da evidenziare anche il lavoro di Rakitic che si sposa benissimo con Modric. A completare il pacchetto della zona nevralgica, Brozovic, Kovavic, Badejl titolari/riserve che infondono il giusto brio. Un plauso anche a Dalic, squadra e ct sono legati da un filo formato da fiducia e rispetto, un altro dei segreti di questo gruppo solido e unito. Parlando della zona offensiva non possiamo non citare lo straordinario Mondiale di Perisic. L’esterno dell’Inter quando è in giornata è letale e può essere considerato uno dei migliori nel suo ruolo. Un’altra piacevole sorpresa è Ante Rebic in netta crescita, autore di una finale positivo di stagione con l’Eintracht Francoforte condito da una doppietta in Coppa di Germania vinta contro il Bayern Monaco sta dando un apporto importante al guerriero Mandzukic che, almeno fino a questo momento, ha realizzato il gol più importante nella storia della nazionale croata. E domenica punta a firmare quello decisivo per entrare nella storia.