Dopo venti anni la Croazia torna nel paradiso delle prime quattro del mondo. A Sochi ci vogliono i calci di rigore per decretare la quarta semifinalista. Un match al cardiopalma, avvincente, uno dei più belli del Mondiale, emozionante, intenso ed immenso aperto fino agli ultimi sgoccioli. Dopo le reti di Cheryshev e Kramaric, nel primo tempo supplementare al gol di Vida risponde un altro colpo di testa di Fernandes che riporta in vita la Russia. Di Rakitic il rigore decisivo che fa esplodere di gioia la nazione croata. La Russia. L’ultimo ostacolo da superare per accedere alla finale sarà l’Inghilterra. La Russia esce a testa altissima avendo superato i suoi limiti e onorato il Mondiale giocato in casa. Il cuore, l’impegno e la dedizione questa volta non sono bastate. Il modulo scelto dalle due nazionali è il 4-2-3-1 con peculiarità però ben distinte. Il ct Cherchesov si affida agli elementi decisivi contro la Spagna: linee strette, densità e ripartenze. In zona offensiva Golovin a supporto dell’unica punta Dzyuba e degli inserimenti di Cheryshev. Dalic punta invece su una manovra fluida, abbinando la qualità alla fisicità. Si rompe subito il ghiaccio e la paura viene superata fin dalle prime battute. Avvio veemente della Russia che mette in pratica immediatamente i suoi migliori requisiti: il pressing e l’intensità. Aspetti che portano al tiro Cheryshev e Dzyuba ma in entrambi i casi la retroguardia croata si oppone. La risposta degli uomini di Dalic non si fa attendere: Rebic prima con un cross basso sul primo palo e poi con un colpo di testa mette i brividi. Un quarto di finale gagliardo e tosto che dopo un inizio intraprendente, assume toni più prudenti. A rimettere il brio e sbloccare la partita, ci pensa l’uomo della provvidenza. Cheryshev scambia abilmente con Dzyuba, tirando fuori il coniglio dal cilindro: gol meraviglioso a giro che batte Subasic. Quarto centro al Mondiale per l’esterno russo, doveva essere una riserva in grado di saper dare il giusto apporto alla squadra a partita in corsa, ed invece dopo aver sostituito nella prima giornata l’infortunato Dzagoev, è diventato un autentico trascinatore. La Russia sulla cresta dell’onda, prova a costruire trame per il raddoppio. La Croazia soffre ma reagisce. Nel corso degli anni la Croazia è stata sempre elogiata per il suo gran talento al quale però, la poca personalità nel reagire a risultati di svantaggio e la poca incisività non avevano permesso di arrivare fino in fondo nelle grandi competizioni. I tempi sono cambiati, l’esperienza è stata acquisita ed i biancorossi lo dimostrano. Vatreni, in croato i focosi, soprannome derivante dall’intensità che i croati mettono in campo, dimostrano una grande resilienza. Spunto di Mandzukic cross per Kramaric capitalizzato al meglio con un colpo di testa dal numero 9: è 1-1. La ripresa riparte con meno foga rispetto al primo tempo, complice un maggiore equilibrio e la consapevolezza di gestire le energie in caso di supplementari. Il primo acuto del secondo tempo lo crea Perisic. Sugli sviluppi di un crorss, Ankinfeev sbaglia l’uscita, l’esterno dell’Inter sfrutta la carambola colpendo a botta sicura. A salvare i padroni di casa è il palo interno, la Croazia ad un passo dal vantaggio. Dalic decide che è arrivato il momento di cambiare: dentro Brozovic per Perisic ed è 4-1-4-1, più verticalizzazioni e nuove forze in campo. Cherchesov dopo aver fatto entrare Yerokhin, sceglie le due punte centrali: fuori un esausto Cheryshev dentro Smolov. La Croazia fa la partita, la Russia dietro la linea del pallone si difende con ordine ma anche con sofferenza. Modric e i suoi non riescono ad incidere. I russi imbrigliano bene il gioco avversario chiudendo ogni spazio possibile. I primi 90’ minuti si chiudono sull’uno a uno, tradotto tempi supplementari. E’ nel primo tempo supplementare che si decide il quarto di finale. Inizialmente le giocate di Modric non sortiscono gli effetti sperati ma poi i croati ordinano le idee e macinano con le ultime forze il gioco. L’occasione arriva però sui piedi di Golovin che lancia Smolov sugli sviluppi di una ripartenza, l’attaccante viene fermato da un grande intervento di Lovren. L’episodio chiave che decide il match arriva poco dopo. Dopo il calcio d’angolo per i croati, l’intervento di Corluka inganna Akinfeev e Mandzukic è determinante nel movimento in area. Risultato? Vida impatta con la testa mirando e trovando l’angolino. Nel secondo tempo supplementare la Croazia propone un atteggiamento più prudente pensando ragionevolmente più alla fase difensiva. La Russia non muore mai e dopo alcuni tentativi, al 10’ del secondo tempo tempo supplementare c’è la svolta. Dzagoev effettua un cross morbido da calcio di punizione defilato, sulla traiettoria giunge Fernandes che ancora su colpo di testa toglie le castagne dal fuoco per la nazione russa. La Croazia accusa il colpo ma viene tenuta a galla da Subasic che blocca su una esecuzione potentissima di Zobnin. Una partita immensa, interminabile, di cuore, carattere, orgoglio e grinta arriva fino ai calci di rigore. Inizia la Russia. Il primo rigorista è Smolov che fallisce; si presenta poi Brozovic, l’interista non sbaglia; va poi Dzagoev, il numero 9 spiazza Subasic; parità ristabilita dalla grande parata all’angolino di Akinfeev su Kovavic; Fernandes ha una grande opportunità ma spara fuori; Modric riporta in vantaggio la Croazia con tanta fortuna grazie ad una carambola; Ignashevich è perfetto; Vida risponde con altrettanta precisione; Kuzyaev capitalizza; Rakitic è freddo con il rigore decisivo portando la Croazia in semifinale. Modric e i suoi scrivono ancora la storia. L’appuntamento per la Croazia è fissato l’11 luglio contro l’Inghilterra. I biancorossi vogliono scrivere la loro pagina più bella nella loro storia. Ad un passo dalla gloria, ora serve il passo decisivo.