L’Uruguay si aggiudica la vetta del girone A. La Celeste in una Samara Arena tutta esaurita, batte la Russia 3-0. Decidono nel primo tempo, una punizione di Suarez e la deviazione di Cheryshev sul tiro del genoano Laxalt. Nella ripresa a nove secondi dal 90′, si sblocca anche El Matador Cavani. Bisognerà attendere questa sera per conoscere l’esito del girone B e le sfidanti di Uruguay e Russia agli ottavi. Due tra Spagna, Portogallo ed Iran se la vedranno contro la Celeste e contro la nazionale ospitante. Tabarez sorprende tutti optando per il 3-5-2: Muslera tra i pali; Coates, Godin e Caceres nei tre dietro; a centrocampo esordio dall’inizio per Torreira accanto a Vecino e Bentancur mentre sugli esterni, spazio a Nandez e Laxalt; attacco composto dai soliti Suarez e Cavani. Chercesov risponde 4-2-3-1 cambiando e facendo riposare alcuni calciatori tra cui il fiore all’occhiello Golovin (non al meglio e diffidato). Kudriashov, Ignashevic, Kutepov e Smolnikov davanti all’esperto Akinfeev; sulla mediana schierati Gazinsky e Zobnin; davanti alle spalle dell’unica punta Dzyuba, agiscono Samedov, Al Miranchuk e Cheryschev. Primi dieci minuti di studio dove le due squadre sembrano esprimere quanto visto nelle prime due giornate. La Russia attende cercando di colpire al momento giusto mantenendo strette le linee, l’Uruguay opta sulla sua consueta organizzazione provando comunque a disegnare attraverso la zona nevralgica, palloni interessanti per fortissimo tandem d’attacco. La fase di stallo è interrotta da una defezione difensiva. Sbaglio della retroguardia russa che fa scaturire il contropiede uruguagio: Suarez sfrutta il retropassaggio di Samedov e sugli sviluppi del traversone del pistolero, Bentancur viene atterrato da Gazinsky e guadagna un calcio di punizione dal limite. Sul punto di battuta va proprio Suarez, presentatosi a questa sfida con grande voglia e determinazione. L’attaccante del Barcellona tiene il pallone basso infondendo la giusta potenza e precisione al pallone, siglando cosi il gol che rompe gli equilibri. La risposta dei padroni di casa arriva subito dopo, Dzyuba conclude ma la sua esecuzione è centrale e Muslera blocca. E’ ancora la punta dello Zenit a creare i maggiori pericoli sopratutto nei calci piazzati, la retroguardia Celeste resiste con forza. La Russia non incide e l’Uruguay ne approfitta: tiro di Laxalt dalla distanza e deviazione di Cheryshev. Risultato? La conclusione dell’esterno del Genoa trova il ginocchio di Cheryshev, la sfera prende una traiettoria che batte Akinfeev sul lato opposto. A questo punto il ct Tabarez vuole ammazzare la partita, per far questo decide di alzare il baricentro. Occasione per Bentancur ma Akinfeev è attento. A salvare ancora i padroni di casa è un grande intervento di Ignashevic prima ed Akinfeev poi che fermano Suarez servito ottimamente dalla verticalizzazione di un Laxalt in grande spolvero. La partita si mette definitivamente in discesa per Suarez e compagni grazie a Smolnikov. Il terzino atterra Laxalt da dietro in modo irruento e prende il secondo giallo, tradotto espulsione e Russia in dieci. La prima frazione si chiude sul due a zero per la Celeste. Una ripresa priva di particolari emozioni. Da elogiare l’ottima, efficace ed esperta gestione del pallino del gioco dell’Uruguay. Complice anche l’espulsione, la manovra russa è lenta e poco brillante. L’occasione più importante è proprio per i russi: Dzyuba pressa Muslera il quale sbaglia il passaggio e serve Zobnin, il centrocampista trova ancora Dzyuba sparando alto e divorandosi il gol che avrebbe riaperto la partita. Ancora Russia, questa volta è il turno di Smolov che dopo uno spunto sull’out di sinistra, non riesce a servire i compagni in mezzo complice l’uscita reattiva di Muslera. Nel finale l’Uruguay prova a calare il tris e ci riesce con Cavani, il giocatore del Psg capitalizza sbloccandosi in questo Mondiali. Sono 53 i gol del Pistolero Suarez in nazionale mentre 43 quelli del Matador. Splendido l’abbraccio tra Cavani e Tabarez. Tre vittorie su tre per l’Uruguay, una nazionale abituata a questi palcoscenici che ha un’identità ben precisa: squadra unita e compatta, difesa solida e attacco da urlo. La Celeste vuole chiudere un cerchio raggiungendo traguardi importanti, il condottiero il maestro Tabarez, nonostante la malattia lotta dalla panchina insieme la sua squadra creando tattiche e moduli capaci di mettere in difficoltà chiunque. Ora che anche l’attacco è decollato, la Celeste inizia a fare sul serio. La Russia dimostra i suoi limiti contro una nazionale di livello, l’assenza di Golovin ha sicuramente pesato nell’economia del gioco. La vetta del girone A è Celeste.