dall’inviato Massimo Ciccognani
MOSCA L’Argentina stecca, l’Islanda sorride. Un muro difensivo che regge con temperamento fino ala fine. Albiceleste avanti con Aguero, subito pari di Finnbogason, ma clamoroso l’errore dal dischetto di Messi che si divora il vantaggio e rimanda ad altra data i sogni di grandezza della formazione di Sampaoli. Nessuna sorpresa nell’Argentina con Sampaoli che conferma la formazione dettata il giorno prima in conferenza stampa, con Aguero al centro della prima linea, mentre Higuain e Duybala si accomodano in panchina: 4-2-3-1 lo schieramento dei sudamericani, con Caballero che tra i pali è preferito a Romero, mentre l’Islanda si presenta con un 4-4-1-1 molto coperto con molti volti noti dalle nostre parti, l’ex doriano Bjarnason e l’ex Udinese Hallfredsson. Lo Spartak Stadium, bellissimo impianto a nord della capitale, registra iol tutto esaurito. Tantissimi argentini, altrettanti gli islandesi sbarcati in 30mila a Mosca. Occhi puntati su Leo Messi chiamato alla fantastica notte di Cristiano Ronaldo che ne ha fatti tre alla Spagna, in un eterno faccia a faccia. Parte forte, come prevedibile l’Argentina, ispirata da Messi con la retroguardia islandese in difficoltà. Ma l’Islanda, che pure bene aveva fatto agli Europei di due anni fa, non è in gita di piacere e lo fa vedere quasi subito perché prima Finnbogason poi Bjarnason, dopo un rincio sbagliato di Caballero, spedisce fuori da posizione favorevolissima. Buon avvio di partita, spettacolo multicolore sugli spalti. L’Argentina preme ma per sbloccarla serve una magia del Kun Aguero che in area controlla, converge poi spara un sinistro mortifero che si infila sotto la traversa. Tutto facile per l’Argentina? Niente affatto perché lo svantaggio non abbatte l’Islanda che guadagna campo. Il pari è nell’aria ma c’è bisogno di un errore di Caballero per materializzarlo. Il portiere argentino esce malissimo su un cross dalla destra, palla a Finnbogason, il bomber di casa Ausburg che da due passi la piazza: 1-1 e tutto da rifare. Di Maria prova a riprendersi i centrocampo, con Biglia poco lucido e incisivo. Due episodi dubbi in afea islandese, ma c’è nulla, si continua. Islandesi compatti, l’Argentina non passa e fatica a trovare linee di passaggio con l’Islanda più raccolta che concede praticamente nulla. Ripresa che non cambia i connotati della partita, con l’Albiceleste che si affida ad un lungo possesso palla. Sale in cattedra Otamendi, bravo nel cercare di alzare il baricentro. Sampaoli richiama uno spento Biglia e dentro l’ex Inter Banega. L’Albiceeste accelera, Magnusson travolge Meza in area e Marciniak non ha dubbi, rigore. Dal dischetto va Messi, ma non ha gli occhi spiritati di Cristiano, e così Halldorsson lo ipnotizza e respinge la conclusione neppure troppo angolata. Delusione Messi, disperazione Sampaoli. L’Islanda tira un sospiro di sollievo, ma la spinta degli argentini è notevole, attenta la retroguardia nordica, fatta da marcantoni dai quadricipi gonfi e straripanti che sanno come farsi sentire. Manca fantasia e qualità in mezzo, dove Otamendi è un ottimo operaio e Di Maria non è propriamente un fulmine di guerra. Servirebbe un Dybala, per ora malinconico in panchina per provare a sfondare tra le linee. Messi è impalpabile, si intestardisce cercando l’azione personale a danno del collettivo, senza mai saltare l’uomo e sbagliando troppi passaggi. Islanda attenta a non offrtire agli avversari il destro per offendere. Dentro Pavon, fuori Di Maria per dare più consistenza alla prima linea. Dybala sempre in panca. Adesso è un assedio argentino, ma con tanta rabbia e poca lucidità soprattutto in fase conclusiva. Messi prova a farsi perdonare dell’errore dal dischetto, sinistro a incrociare da fuori, palla che sfiora il montante. Meno di dieci alla fine e scatta l’ora di Higuain che rileva Meza. Argentina che spinge ventre a terra, Islanda tutta raccolta a difesa del pari. Ma ormai è un assalto. Halldorsson vede partire all’ultimo un centro di Pavon, si allunga e la mette in angolo. Ma che brividi per l’Islanda. Ancora alto Messi, non è giornata. E finisce qui perché neppure i cinque di recupero partoriscono nuove emozioni. Frenata Albiceleste, punto d’oro per l’Islanda, che fa festa insieme ai trentamila accorsi allo Spartak. Argentina da rivedere. Manca qualità e soprattutto estemporaneità in mezzo. E Messi continua a non incidere.