A San Pietroburgo nella casa dello Zenit finisce con la vittoria dell’Iran in pieno recupero contro il Marocco: a decidere il match una clamorosa autorete di Bouhaddouz al 5’ dei sei di recupero. Renard propone un movimentato e spregiudicato 3-4-3 con giocatori chiave in ogni zona: Benatia punto cardine della difesa; nella zona nevralgica a smistare i palloni agisce Ziyech; in attacco il tridente formato da Amrabat, El Kaabi e Belhanda. Stessa formazione scelta da Queiroz per cercare di imbrigliare la manovra dei marocchini prediligendo però una copertura rocciosa in fase difensiva. Azmoun guida l’attacco degli iraniani mentre a centrocampo ci sono Hajsafi e capitan Shojaei che diventa il primo calciatore iraniano ad aver disputato tre Mondiali. Piccola curiosità, Shojaei e Hajsafi sono celebri anche per motivi extracalcistici: entrambi quando vestivano la maglia dei greci del Panionios, sono stati criticati in patria per aver stretto la mano in occasione del match di Europa League contro Maccaibi Tel Aviv ai giocatori israeliani. L’Iran non riconosce Israele come stato ed è vietato stringere la mano agli israeliani. Hajsafi chiede scusa e viene perdonato dall’opinione pubblica mentre Shojaei no dichiarando che è stato un gesto del tutto normale. Il capitano dell’Iran si batte da anni per i diritti e l’uguaglianza protestando più volte perche in Iran le donne non possono entrare allo stadio. Per questi motivi è stato anche allontano dalla nazionale per qualche tempo. La partita la fa il Marocco. Il primo spunto dei marocchini viene effettuato da Belhanda servito da Amrabat, l’esterno però non è preciso. I marocchini hanno maggior qualità con gli iraniani che preferiscono chiudersi a riccio e poi ripartire. I numerosi spunti offensivi dei marocchini portano nel giro di pochi ad un’occasione d’oro per la squadra di Renard: una carambola dopo l’intervento di Ziyech finisce sui piedi di Benatia ma il difensore della Juve vede negarsi il primo gol Mondiale da una grandissima parata da parte di Berainvand. Gli africani non capitalizzano e allora l’Iran prende coraggio provando ad alzare il baricentro. Gli asiatici però sono poco incisivi e non sfruttano gli spazi a disposizione. Amrabat continua a muoversi tra le linee ma gli asiatici emergono riuscendo a creare pericoli che mettono i brividi alla retroguardia marocchina: Azmoun prova a colpire ma il suo controllo non è dei migliori ed El Kajoui ha il tempo di uscire e compiere un grande intervento. Il portiere risponde presente anche sulla ribattuta successiva di Jahanbakhsh. Prima frazione che si chiude dopo la bomba da calcio di punizione di Shojaei che ci prova da distanza proibitiva. La ripresa si apre con un ritmo più blando rispetto al primo tempo con le squadre prive di idee. Un calo di intensità si vede anche nei movimenti delle punte le quali (da ambo i lati) hanno pochissimi guizzi. Il primo vero acuto dell’atteso Ziyech avviene all’80: botta dalla distanza ma Berainvand è abile. Il Marocco poteva metterci qualcosa di più sotto il piano della determinazione e della realizzazione mentre l’Iran considerate le difficoltà tecniche e tattiche e, i provvedimenti di Trump, ha comunque onorato al meglio l’impegno. Dopo un secondo tempo senza emozioni in pieno recupero Bouhaddouz nel tentativo di anticipare gli avversari realizza un autogol fatale per i suoi. Nel calcio vince chi segna non chi gioca meglio, questa partita ne è stata una semplice dimostrazione.