Massimo Ciccognani
È sprofondo giallorosso. La Roma è ufficialmente in crisi. Perde in casa anche contro la Samp ed esce tra i fischi di un Olimpico che non ha mai smesso di incitarla. Squadra sgualcita, senza corpo e anima. La Samp vince meritatamente grazie ad un gioco pratico e funzionale. Roma mai in partita, solo un barlume di ripresa a inizio secondo tempo, ma troppo poco per vincere una partita divenuta fondamentale nella corsa alla zona champions dopo il pari dell’Inter e la sconfitta della Lazio. Niente. Errori macroscopici, anche del tecnico che in corsa ha cambiato, male, togliendo Pellegrini e Under che erano gli unici che entravano nella difesa blucerchiata, inserendo Defrel e Perotti che non hanno inciso, lasciando in campo Dzeko con la testa probabilmente già a Londra e che non è mai entrato in partita. Nella Roma out Schick, il grande ex, confermato al centro dell’attacco Edin Dzeko con ai lati il recuperato El Shaarawy e il confermato Under. Dietro Juan Jesus preferito a Fazio. Nella Samp Quagliarella va in panchina, dentro Caprari. Un primo tempo tutto di marca blucerchiata. Un dominio netto, di gioco e di palle gol. Solo Samp in campo, Roma sparita nella pochezza di un gioco che non c’è. La Samp gioca pulita, ordinata, con tranquillità. Quella che manca alla Roma che si fa prendere dalla frenesia. In due parole brutta e impalpabile. E la Samp fa la partita, ci prova subito Caprari con un destro a giro che sfiora l’incrocio poi Zapata, Ramirez con Alisson che salva tutto. Ancora un miracolo del portiere brasiliano che si distende sulla volee di Barreto. La Roma non c’è, Di Francesco infuriato in panchina, ma la Roma non decolla. Anzi, è sempre la Samp con la forza dei nervi distesi a fare la partita e ogni ripartenza è un potenziale pericolo per i giallorossi. Che si muovono con lentezza elefantesca e si affidano alle giocate e agli strappi dei singoli. E verso lo scadere ha l’occasione, ghiottissima, per colpire grazie ad una percussione sulla destra di Under che la mette in mezzo, Bereszynski la lrende di mano ed è rigore. Dal dischetto Florenzi, ma Viviano capisce tutto e para. La Roma prova a scuotersi e prova a colpire prima con El Shaarawy poi con Under, attento Viviano. Ma prima dell’intervallo sale in cattedra ancora Alisson chiude due volte di fila su Caprari a botta sicura. Ripresa. È un’altra Roma, scossa negli spogliatoi da Di Francesco, più propositiva. I giallorossi alzano il baricentro e spingono con più decisione alla ricerca del vantaggio. E le occasioni arrivano anche se Dzeko sembra con la testa altrove e appare quasi un corpo estraneo. Viviano si supera, prima su Pellegrini poi su aunder che calcia a botta sicura, poi si immola sulla rasoiata di Kolarov e ancora su Pellegrini. La Roma accelera e Dzeko, dopo una percussione di Pellegrini, ha sui piedi la palla del vantaggio, ma la conclusione del bosniaco è da dimenticare. Di Francesco inserisce Defrel per Pellegrini e Perotti per Under e si mette 4-2-4, la mossa della disperazione quando da giocare ci sono ancora venti minuti. Applausi per il baby turco, il migliore insieme a Pellegrini oltre al monumentale Alisson. La Samp adesso si abbassa lasciando campo alla Roma. Fuori anche El Shaarawy dentro il baby Antonucci a dodici dalla fine. Ma dal nulla esce il vantaggio doriano: Murru la rimette in mezzo dove Zapata su beve Juan Jesus e gela l’Olimpico: 0-1 con dieci ancora da giocare. Ma non cambia nulla, la Roma va in confusione come il suo allenatore e i cambi non sortiscono gli effetti sperati. E vince la Samp, con pieno merito. Per la Roma e Di Francesco è notte fonda