E’ il campione che il mondo ci invidia, per qualcuno il giocatore del Secolo. La pensa anche così anche il quotidiano spagnolo Marca che nell’edizione Plus, ha incontrato l’ex campione azzurro. Un’esclusiva a tutto tondo, dall’arrivo nel grande calcio ai suoi momenti più belli, come la vittoria del mondiale in Germania, ma anche quelli che ancora oggi sono ricordati con rimpianto, come la sconfitta in Champions con il Milan a Istanbul contro il Liverpool. E poi l’America, la sua nuova casa e tanto altro. Un piacere unico ascoltarlo, mai banale come quando in campo disegnava quel calcio che ha fatto innamorare il mondo. Ecco ipassaggi più salienti della sua intervista a Marca Plus.
L’AMERICA “Dopo venti anni di carriera ad altissimo livello ho sentito la necessità di allentare la presa, continuare sempre a giocare ma con meno stress. Ha deciso la mia testa più che il mio fisico, e quella mi ha detto che era giunto il momento di continuare a divertirmi ma senza tante pressioni. Era giusto prendere quella decisione per dedicare più tempo ad altre cose importanti della vita, come tua moglie e i tuoi figli, anche se l’unica cosa che so fare nella vita è giocare al calcio. In America c’è un ritmo totalmente diverso di gioco. E’ un calcio più fisico ma non per questo meno divertente. E poi, New York, è una città fantastica”.
BAGGIO “Ho avuto la fortuna di giocare a Brescia con il mio idolo, ma anche una persona fantastica. E’ stata un’esperienza meravigliosa ed importante per la mia crescita. Non potevo chiedere di meglio”.
INTER “Giocare all’Inter è stato il sogno della mia vita. Era la mia squadra del cuore nonostante quando sono arrivato cambiarono molti giocatori e allenatori, ma anche quell’esperienza ha fatto parte dl mio bagaglio di crescita professionale. All’inizio ero giovane, avevo appena 18 anni e da casa dovevo fare un’ora di macchina per arrivare a Milano, però per me era il massimo. Sfortunatamente non ho avuto continuità di rendimento e mi hanno lasciato andar via”.
ANCELOTTI “Poi sono andato al Milan e lì è cambiata la mia vita. Mi sono affermato grazie soprattutto al lavoro di un grande allenatore come Carlo Ancelotti, una persona fantastica e un allenatore speciale. Un piacere lavorare con lui”.
CHAMPIONS “Ne abbiamo vinte due con il Milan ma potevano essere tre se non ci fosse stata quella maledetta notte di Istanbul contro il Liverpool. Vincevano 3-0 all’intervallo, abbiamo avuto occasioni per fare altri gol, poi è successo qualcosa che nessuno si sa spiegare e abbiamo perso 4-3 ed è un grandissimo rimpianto”.
GUARDIOLA “E’ il numero uno per quello che ha fatto al Barcellona e poi al Bayern. Una persona che mi ha fatto piacere conoscere.”
REAL E BARCA “Nel 2010 potevo diventare un giocatore del Madrid. C’era Capello come allenatore, molti giocatori di quella squadra mi contattarono per convincermi ad andare. Ma avevo un contratto con il Milan e non potevo fare nulla per lasciare, ma non aver giocato in un grande club come il Real, è un grandissimo rimpianto, come quello di non aver giocato al Barca. C’era la possibilità di venire in Spagna, ma c’è da dire che ho passato 10 anni al Milan dove ho vinto tutto quello che si poteva vincere, eravamo una delle squadre più forti al Mondo. Mi dispiace perché credo che giocare al Real o al Barca è il sogno di ogni calciatore, però sono soddisfatto per aver giocato nelle tre squadre più grandi d’Italia”
JUVE “Venivo da dieci anni in rossonero e c’era per tutti la necessità di rifarsi il look. La squadra aveva bisogno di altri giocatori per ritornare a vincere e nel momento in cui decisi che era il momento di cambiare aria, scelsi la Juventus perché voleva tornare a ruggire dopo gli anni di Calciopoli ed anche per me era un’avventura stimolante perché entrambi avevamo lo stesso obiettivo, vincere”